LA PAROLA

Cincischio

L’italiano è una lingua ricca di parole ed espressioni tratte del gergo comune, tanto efficaci ed espressive quanto buffe ed evocative. Una di queste è cincischio, sinonimo di indugio ed al tempo stesso di taglio, da cui deriva “cincischiare” (di cui ha già scritto Andrea Carubi) o, per dirla alla toscana, “cincistiare”.

Come questa parola possa avere sfumature di significato così distanti è presto detto: pare che derivi da incisiculare, alterazione del verbo latino cedere, ossia tagliare. Pertanto cincischiare di fatto significa tagliare ma con un’accezione negativa, cioè tagliare malamente, svogliatamente, a piccoli pezzi. È l’Accademia della Crusca a suggerire un’origine onomatopeica della parola supponendo che tale accezione derivi dal suono prodotto dalle forbici quando con difficoltà, perché male affilate, cercano di recidere una stoffa troppo spessa. Difatti l’espressione cincischiare viene usata per indicare un’azione svolta in modo rallentato e svogliato, traccheggiando, in altre parole perdendo tempo senza giungere a niente di concreto e di utile.

Cincischiare è pertanto sinonimo di tagliuzzare con strumenti inadatti e, per estensione di significato – tanto per rimanere in tema sartoriale – anche di sgualcire i tessuti. Inerentemente alle parole significa invece balbettarle tergiversando senza riuscire ad esprimersi con una frase di senso compiuto.

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