DAILY LA FRASE

Cinque parole

Nel Ghetto di Varsavia c’era un dottore che condusse uno studio scientifico sul processo che porta alla morte per inedia: si trovava nel posto ideale per farlo. Nascose le sue scoperte in un thermos e, dopo aver ripiegato il manoscritto, scrisse cinque parole: cinque parole che dovrebbero essere incise sulla lapide di tutti gli scrittori. Non tutto di me morirà. I libri rimangono, continuano a vivere. Nel caso di Primo Levi, il corpo fisico può essersene andato, ma il corpus dello scrittore è pronto per l’immortalità.

MARTIN AMIS, Primo Levi, lo scrittore morto due volte, “la Repubblica”, 13 giugno 2014