LA PAROLA

Commèrcio

All’origine della parola commèrcio c’è, stando al vocabolario Treccani, la semplice idea del mettere insieme, o trasferire, delle merci, derivando dal latino commercium, composto di con– e merx, mercis «mercanzia». Ma è innegabile che fin da subito essa abbia assunto un significato prettamente economico, dove quello scambio aveva poco di generoso.

La definizione è «Attività economica che mira a trasferire i beni dal produttore al consumatore, sia direttamente sia soprattutto attraverso l’opera di intermediarî; si attua o con lo scambio di due prodotti o con la cessione di un prodotto in cambio di denaro». Nel primo caso, è noto, si parla di baratto.

C’è il commercio «all’ingrosso», quello «al minuto o al dettaglio», quello «estero» e quello «interno o domestico», quello «ambulante». C’è il commercio «a termine», vale a dire «in cui è previsto che l’esecuzione del contratto, cioè la consegna della merce da parte del produttore, sarà differita nel tempo a una data, spesso incerta, più o meno distante dal momento della conclusione del contratto stesso» e quello «equo e solidale», detto anche equocommercio, «finalizzato a favorire la crescita commerciale dei paesi in via di sviluppo, esportatori di varî prodotti, con un’equa remunerazione». Il commercio delle armi viene detto «traffico d’armi» quand’è illegale perché vendere armi non è ahinoi illegale. L’«e-commerce», cioè il «commercio elettronico» è «l’insieme delle transazioni commerciali che hanno luogo via Internet (con pagamento mediante carta di credito o altre forme analoghe)».

Un «esemplare fuori commercio» è un’opera, solitamente a stampa, non destinata alla vendita. Si fa «commercio di una cosa», quando di essa se ne fa oggetto di traffico, ed ecco dunque che si può far commercio «delle cose sacre», «della propria coscienza», «di sé», «del proprio corpo» (prostituirsi).

Della parola commercio s’è fatto uso in letteratura anche per indicare «Relazione, rapporto fra persone o enti»: «prescrisse al bibliotecario che mantenesse commercio con gli uomini più dotti d’Europa» (Manzoni). Scriveva Leopardi: «Che intollerabil noia Gli ozi, i commerci usati», vale a dire «i contatti quotidiani con le solite persone».

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