LA PAROLA

Confine

È questa una di quelle parole che sembrano essere molto amate di questi tempi. Sinonimo di delimitazione, demarcazione, limite, termine, o estensivamente di bordo, cippo, pietra, sbarra, steccato, la parola confine gode di fama facendo immaginare che si possa separare nettamente un territorio da un altro e limitarne le reciproche influenze, il più delle volte pensate come invece unidirezionali, perciò fastidiose per chi sta dentro alla propria limitazione.

Di più: pone paletti fra gruppi di persone, fra gli stessi individui, secondo cavillose distinzioni relative alle qualità appartenenti a noi e agli altri, al limite di un autismo nel quale dialogare e scambiarsi non ha più senso, viene anzi percepito come solo nocivo.

La parola indubbiamente ha buoni motivi per essere tanto impiegata, perché quello effettivamente vuol dire: il tracciare una linea che delimiti un territorio o un terreno da un altro, serva da frontiera, segnali una delimitazione, lasci degli individui di qua e degli altri di là.

Ma la particella latina di cui è composta, quel cum anteposto alla parola finisconfinis, il “confinante” – dovrebbe riportare al senso di “insieme” da cui deriva: c’è sì un termine, un paletto, una delimitazione, ma è condivisa, appartiene tanto all’uno quanto all’altro, è una regione comune, di entrambi. Si è in due a tracciare quel tratto sul terreno o sulle mappe che lo rappresentano e talvolta ci si siede a un tavolo per stabilirlo, si mette a frutto la trattativa, si fanno degli accordi, si stabilisce una convenzione, ci si impegna reciprocamente di qua e di là dal confine.

Né si può dimenticare che usata in una leggera variante – il confino anziché il confine – rimanda alla privazione di libertà, l’obbligo a dimorare in un luogo appartato e lontano, un esilio in terra lontana, straniera, l’ostracismo dalla comunità.

Salutari sono i confini se, come la pelle, consentono la permeabilità, l’osmosi, lo scambio, la sudorazione e la traspirazione, che è un modo basilare per rifornirsi di ossigeno vitale. E pure la carezza, l’effusione, l’abbraccio.

Tags