LA PAROLA

Nucleo

Dal latino nucleus; derivazione di nux, nucis, gheriglio della noce, nocciolo. Genericamente, secondo Treccani, la parte centrale di qualche cosa, in quanto appaia più compatta, e spesso anche differenziata strutturalmente, rispetto a ciò che la circonda, o in quanto si consideri come primo elemento di formazione intorno a cui altri elementi si siano raccolti e organizzati.

Nel linguaggio biologico e scientifico è la parte interna delle cellule e vegetali e animali in cui si annida il principio stesso della vita. In fisica atomica, con un’ accezione altrettanto complessa rispetto a quella biologica, è la parte centrale dell’atomo, il nocciolo, composto da neutroni e protoni. In astronomia, invece, è la parte centrale e più luminosa di una cometa, nonché la parte centrale di una galassia.

Nucleo famigliare, quello composto dalla sola coppia con un numero limitato di figli, contrapposta alla famiglia patriarcale, o come spesso si sente dire: «il nucleo del discorso / pensiero»,  è riferito al linguaggio sociale e/o di uso figurato.

In senso più astratto, una situazione che, sviluppata, potrebbe costituire il nucleo di tutto un trattato (o romanzo). «Scrivere per me – dice lo scrittore Corrado Alvaro -, nasce da un’emozione, che voglio comunicare, da un nucleo emotivo che si trova nell’animo e da cui provengono le azioni».

Il centro e l’inizio di ogni cosa, dunque. Per quanto, «ogni cosa» possa essere composta da multiple stratificazioni, che tempo, materia, epoche, pensiero stesso, il nucleo da cui tutto ha origine, mai cambia. E se cambiamento apparentemente avviene, mai accade in quello d’origine; piuttosto si potrebbe dire che si è generato un nuovo nucleo. Un nuovo cuore da cui, infinite altre coordinate si diramano. Come le proprietà rigenerative delle oloturie*.

Discorsi lontani tra loro, pensieri apparentemente scollegati, azioni che tra loro non hanno nessun nesso, scoperte scientifiche, meccaniche, astrofisiche, astronomiche; intuizioni metafisiche, poetiche, letterali, artistiche in generale, hanno tutte in comune un pensiero iniziale. Un nucleo da cui tutto si genera. Niente di più assomigliante al processo del pensiero. Il cuore stesso dell’essere umano e di tutto ciò che, visibile e non, è inerente a tutti i processi vitali. Alla vita stessa nel suo essere: «vita». Il «cuore» di tutto.

Nucleo famigliare, nucleo atomico, nucleo magnetico, terreste, cellulare, planetario, solare, del pensiero, del discorso, hanno e portano in sé quel «quid» indefinito ma vitale, da cui tutto si genera e nasce. La stessa vita.

Per associazione, per come agiamo, per come ci comportiamo, si potrebbe asserire che il nostro cuore è il nostro nucleo. Il cuore come “centrale” in cui nascono emozioni, sentimenti e azioni anche conseguenti e che spesso determinano la nostra vita; i nostri credo; le nostre scelte. Si potrebbe asserirlo, sì, se non avessi la convinzione che il nostro vero cuore è contenuto dentro quella materia grigia che la scienza e l’anatomia del corpo umano collocano nella scatola cranica. È lì la pulsione endogena e il battito “cardiaco”  del nostro nucleo.

 * Sull’oloturia si veda la poesia di Wisława Szymborska, Autotomia

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