LA PAROLA

To bogart

To bogart: verbo inglese inventato, a quel che se ne sa, dal complesso rock Fraternity of Man, scritto da Elliot Ingber e Larry Wagner, che compare nella colonna sonora di Easy rider, film cult del 1969, diretto e interpretato da Dennis Hopper, con Peter Fonda e Jack Nicholson.

Il verbo in questione attinge all’indimenticabile modo che Humphrey Bogart aveva di fumare le sigarette, senza le quali non si potrebbe dire che Humphrey Bogart non sia Humphrey Bogart, ma certamente si tratterebbe di un Humphrey Bogart dimezzato, incompleto, monco.

Per chi si sia perso film come Casablanca o Il grande sonno è d’uopo ricordare che lo faceva tenendola all’estremità della bocca, senza toglierla né per parlare o prendere fiato, diciamo senza gesticolare e servirsi delle mani fra una tirata e l’altra, perciò, in ultima analisi, gustandosela dall’inizio alla fine.

Il joint che nella canzone si invita a «non fumare alla Humphrey Bogart» – a «non “bogartare”», come noi potremmo dire «non “gassmanare”» – è un cannone, cioè una canna bella grossa, non un obice, ovvero sia uno spinello over size, una sigaretta alla marjiuana bella panciuta e ridondante.

Recita il testo: «Don’t bogart that joint my friend / Pass it over to me»: non traccheggiare con quell’ambito spinello in bocca, amico mio, passamelo, lascia che anch’io faccia un tiro, dammene un peo.

C’è in questa frase tutto lo spirito comunitario e hippie dell’epoca, quel “pace, amore e musica” che nell’agosto di quello stesso anno si riversa per tre giorni a Woodstock, tette al vento, blue jeans, chopper, Jimi Hendrix, Joan Baez, Santana, Arlo Gutrie, The Who, Jefferson Airplane e Joe Cocker.

Al netto del desiderio psichedelico della fumata – che nella strofa successiva si tenta di risolvere chiedendo di “rollarne” (to roll, arrotolare) un altro («Roll another one / Just like the other one / You’ve been holding on to it / That one’s burned to the end / Come on and be a real friend» – e fatta la tara agli “scrocconi”, che esistono tra quelli con le pezze al culo come tra quelli con la Jaguar in garage – è impossibile non coglierne l’invito a superare gli egoismi, a condividere, a rompere qualche steccato. Si rilegga, del resto, come si chiamava il gruppo che eseguiva la canzone.

La cannabis è rimasta, si sono aggiunte anzi altre sostanze, il resto chissà…

Il verbo “to bogart” può essere usato in frasi come «Don’t bogart my nasal spray», non tenerti lo spray nasale tutto per te, oppure «I’m not going to interfere as long as you don’t bogart my date with her»: non interferirò se non mi soffierai l’appuntamento con lei.