LA PAROLA

Crusca

La crusca è quel rimasuglio meno nobile che si produce dalla lavorazione della farina. La farina buona deve essere separata dalla grezza crusca. In sintesi, è il tipo di lavoro operato dalla famosa Accademia fiorentina nei confronti della lingua italiana.

La storia dell’Accademia della Crusca trova le sue radici tra il 1570 ed il 1580. Nata ad opera di un gruppo di amici fiorentini (poeti, letterati, uomini di diritto), che si facevano inizialmente chiamare la “brigata dei crusconi” dedicandosi a discorsi giocosi, le così dette “cruscate”, da qui il nome della stessa Accademia.

Inizialmente la sua funzione era totalmente anti-accademica. In netta contrapposizione con l’Accademia fiorentina, i suoi membri non disdegnavano l’umorismo, la satira, e l’ironia pur mantenendone il carattere letterario. Ufficialmente nacque il 25 marzo 1585 e con il passare del tempo assunse sempre più il ruolo normativo che oggi la contraddistingue. Il simbolo scelto fu quello del Frullone, strumento utilizzato per separare la parte buona della farina dalla crusca. Una metafora di quello a cui aspirava la stessa Accademia, che modificò così anche il significato iniziale del suo stesso nome: i suoi accademici operavano al fine di distinguere la parte pura della lingua (la farina) da quella cattiva (la crusca). Ad accompagnare lo stemma, vi è il motto del Petrarca: «Il più bel fior ne coglie come insegna». Si stabilì anche che tutti gli oggetti e la mobilia dell’Accademia dovessero avere nomi attinenti al grano, alla crusca, al pane, compresi gli stemmi personali degli accademici, pale di legno in cui era dipinta un’immagine simbolica accompagnata dal nome accademico e dal motto scelto.

Intorno al 1590 l’attività dell’Accademia iniziò ad essere concentrata nella preparazione del Vocabolario: i primi autori ad essere spogliati furono Dante nella Divina Commedia, Boccaccio nel Decameron, e Petrarca nel Canzoniere e i criteri di scelta degli autori citati vennero stabiliti coerentemente al fine che i vocabolaristi si proponevano: mostrare e conservare la bellezza del fiorentino trecentesco.

Il primo Vocabolario degli Accademici della Crusca fu stampato a Venezia e uscì nel 1612, suscitando immediatamente grande interesse e altrettanto accese dispute. L’Accademia produsse cinque edizioni del Vocabolario sino a quando si liberò nel 1923 dall’impegno propriamente lessicografico e poté dedicarsi ad un’ampia attività di ricerca, di edizioni e di consulenza intorno all’italiano, percorrendo strade nuove sui fronti grammaticale, lessicologico e filologico.

L’Accademia della Crusca custodisce da secoli il più importante archivio per la storia della lingua italiana e unica testimonianza dell’attività dell’Istituto fin dalla sua fondazione nel 1583. Particolarmente interessante è il progetto del Vocabolario Dantesco che si propone come strumento innovativo e aggiornato che consenta una piena comprensione del lessico di Dante in rapporto alla lingua del suo tempo, delle generazioni precedenti e successive, della tradizione letteraria latina e romanza.