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Il dialogo con l’altro come cura di sé

Essere umani Idealmente significa essere in dialogo con l’alterità, ovvero con se stessi e con gli altri. In questa luce, la patologia mentale si delinea come esito di una crisi del proprio dialogo con l’alterità e la cura come dialogo, tramite un metodo finalizzato a ristabilire il proprio incontro con l’alterità.

L’incontro con l’alterità è costitutivo dell’esistenza umana ed è essenziale per la costruzione dell’identità. Il suo fallimento innesca la patologia mentale. Il dialogo che cura questo scacco non mira alla negoziazione di un senso condiviso; piuttosto, è un movimento, un esercizio di cooperazione orientato alla reciproca comprensione e, in ultima analisi, alla coesistenza.

Proprio la risposta alla fondamentale domanda dell’antropologia filosofica – che cosa significa essere umani? – è l’idea che guida il volume di Giovanni Stanghellini, Noi siamo un dialogo – antropologia, psicologia, cura, edito da Raffaello Cortina Editore. Giovanni Stanghellini è uno psichiatra e psicoterapeuta che insegna Psicologia dinamica all’Università di Chieti-Pescara e dirige la Scuola di Psicoterapia fenomenologico-dinamica di Firenze. Il suo libro, che sviluppa appunto il concetto di dialogo e ruota attorno alla sfida teorica intorno alla quale si può definire una pratica di cura psicoterapeutica, viene presentato venerdi 9 giugno 2017 alle 17.45 alla libreria LoSpaziodiviadell’Ospizio a Pistoia nell’ambito del Pistoia Festival Estate in città. Assieme all’autore intervengono Sergio Givone e Roberta De Monticelli.

 

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