DIALOGARE IN PACE VISIONI

Disumani modi alla Biblioteca umanistica

Uno dei soci di TESSERE, Amine Graouate, studente di Farmacia all’Università di Firenze, ha inviato una lettera alla direttrice della Biblioteca Umanistica dell’Ateneo in piazza Brunelleschi, dopo essere incappato in uno spiacevole incontro con un custode di quel luogo che, certamente stanco dopo una lunga giornata di lavoro, non si è comportato tanto bene, non quanto pretenderebbe la civiltà, l’educazione, il rispetto ed anche il decoro del posto dove alla fin del mese di prende lo stipendio per quel che si è fatto. Ci pare educativo e, forse, utile in futuro riproporla, con l’autorizzazione del diretto interessato, perché è dalle piccole cose che poi discendono le grandi.

A Floriana Tagliabue

direttrice della Biblioteca Brunelleschi Umanistica

Università degli Studi di Firenze

Gentile Direttrice Floriana Tagliabue

Sono uno studente di Farmacia presso l’ateneo fiorentino.

Con la presente le volevo segnalare il comportamento per nulla educato e consono a un ambiente come la Biblioteca Brunelleschi Umanistica.

Suonata la campanella ho fatto cartella e sono andato in bagno alle 19:07 passo la tessera per uscire e uno dei portieri, non molto alto capelli bianchi, occhi azzurri sulla sessantina (comunque domani mattina mi recherò` in biblioteca per chiedere il nominativo), mi dice che non mi devo fare i cazzi miei essere fuori alle 19:00. Gli rispondo dicendo che non è un linguaggio consono e non siamo nel porto di Livorno a scaricare merci, il suo dipendente con una certa cattiveria risponde che c’è un porto anche a Ancona e mi augura di affogarci.

Capisco che possa sembrare comica come segnalazione ma credo che per lo meno nei luoghi universitari e specialmente nelle biblioteche storiche come quella in Piazza Brunelleschi sia preservato un minimo di educazione soprattutto per chi deve anche lavorare per pagarsi gli studi, soldi che servono anche a retribuire il lavoro di quel portiere maleducato.

In attesa di un eventuale riscontro le porgo distinti saluti.

Amine Graouate

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