LA PAROLA

Ermetismo

L’ermetismo non è una parola. Almeno non lo è soltanto, anzi come parola è piuttosto misteriosa e impenetrabile. A quelli che aspettano una descrizione unilaterale e semplice potrà risultare pure deludente. Non funziona nemmeno come la maggior parte delle parole che usiamo quotidianamente durante le nostre conversazioni di tutti i giorni. Se scrivo “ermetismo” nel Google translator, allora diventa chiaro che siamo a fronte di un enigma: non risulta nient’altro che “ermetismo”, indifferentemente che lo si traduca in inglese, francese, ungherese o magari panjabi. Ermetismo incontra ermetismo ugualmente, nonostante sia nella parte destra o sinistra del translator. A questo punto non possiamo arrenderci, anche se ormai non siamo nemmeno certi riguardo l’esistenza della parola. La parola esiste, quindi la parola deve avere una spiegazione semantica, vero?

Non c’è rimasto altro da fare che andare sul sito della Treccani e scoprire il mondo dietro questo strano tipo di mistero debitore a Hermes, dio dei ladri, dei falsari, della parola e della logica. Se non volessimo indagare oltre e quindi ci bastasse la spiegazione semantica, allora questo articolo potrebbe finire con la frase seguente: «ermetismo s. m. [der. di ermetico]. – [l’essere difficile da interpretare, da comprendere e sim.: l’e. di un testo; l’e. del suo volto] ≈ e ↔ [→ ERMETICITÀ]».

Allora non solamente nella sua funzione di parola è difficile da interpretare l’ermetismo, ma pure il suo contenuto semantico è consapevole di esserlo. Mistero risolto, quindi? No, ma per ora possiamo permetterci un sorriso o un sospiro di sollievo (decida pure con tranquillità chi legge) anche se sappiamo che non possiamo fermarci qua. Ormai ci siamo avvicinati così tanto al mondo dietro questa parola così enigmatica da risultare chiaro, dedicando un po’ di attenzione, che non è questo il lato capace di rendere così bella la parola.

L’ermetismo come corrente letteraria rappresenta uno stato mentale, uno stato poetico e allo stesso un modo politico. Una tendenza della letteratura che rispecchia passato, presente e futuro: partendo dai decenni tra le due guerre mondiali lascia le sue tracce fino ad oggi sulla poesia italiana e non solo: tra i lavori di poeti ungheresi contemporanei troviamo poesie dell’ermetismo tradotte in quella lingua. Per esempio la poesia di Mario Luzi intitolata La notte lava la mente. Rispecchia, come l’acqua che così tanto determina anche il vocabolario della lirica dell’ermetismo.

Alla sua nascita come tendenza, fu ispirata da correnti irrazionali e decadenti, specialmente della cultura francese, così non sorprende il suo lato ermetico ed oscuro sempre presente anche linguisticamente: una lirica che afferma nella suggestione fonica, nell’allusione della materia verbale, termini riflessivi, impulsivi e sentimentali piuttosto che strutturali e logici (riguardo anche la sintattica). É presente tutto l’irrazionalismo dei decenni tra le due guerre mondiali, ma allo stesso modo è presente anche il passato, la risurrezione dell’endecasillabo. E accanto all’incertezza dell’oggi e del domani si trova anche la certezza: la certezza che viene rappresentata dalla poesia stessa.

Con Alfonso Gatto, Salvatore Quasìmodo, Mario Luzi, Piero Bigongiari, Leonardo Sinisgalli, Oreste Macrì etc. – poeti e critici al tempo stesso – la poesia nell’ermetismo, soprattutto a Firenze, diventa uno stile di vita, un modo di pensare e fonde la base per la nascita della critica letteraria moderna.

Ed ora la scelta è nostra: andare a leggere delle poesie e immergerci nella lettura di un testo, oppure salutare la parola “ermetismo” e non pensarci più (e poi semplicemente e all’improvviso ritrovarla in qualcosa che stiamo facendo).

Chissà, però ecco una mia proposta, magari non troppo banale:

 

La notte lava la mente

 

Poco dopo si è qui come sai bene,

file d’anime lungo la cornice,

chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare

traccia un segno di vita, figge un punto.

Raramente qualche gabbiano appare.

Mario Luzi, da Onore del vero, Neri Pozza Editore, 1957

 

Tags