DAILY LA PAROLA

Eurasiatismo

Termine che definisce una corrente di pensiero che attraversa tutto il Novecento e ritorna in auge ai giorni nostri con il filosofo Alexandr Dugin

Corrente di pensiero politico che ha come caposcuola il filosofo e antropologo russo Alexandr Dugin, noto in occidente come consigliere personale di Vladimir Putin, anche se, a onor di cronaca, non esistono prove concrete di tale relazione. In realtà, è più interessante comprendere come queste teorie influenzino alcuni tra i principali movimenti populisti occidentali, anche di casa nostra, come Lega e gruppi giovanili di estrema destra.

L’eurasiatismo classico nasce in realtà negli anni venti del secolo scorso e si sviluppa tra gli esuli russi in fuga dopo la Rivoluzione di Ottobre (1917). Affonda le sue radici nella concezione imperiale della Grande Madre Russia, della sua cultura contadina e delle origini asiatiche. Eurasia rappresentava in questo contesto una sintesi magnifica, un ponte ideale tra occidente tra Oriente e Occidente, in cui la religione ortodossa ma anche il recupero di tradizioni mistico pagane erano da contrapporre al materialismo capitalistico occidentale.

Il concetto geopolitico ideale dell’Eurasia è stato ripreso anche da Dugin. Diverso, invece, è l’impianto ideologico se si escludono importanti riferimenti culturali. Alla base del neo eurasiatismo, c’è la cosiddetta Quarta Teoria, che si sviluppa in antitesi con i tre principali sistemi ideologici e politici che hanno caratterizzato il 900. Ovvero liberalismo, nazionalismo e comunismo. Si struttura come assetto geopolitico multipolare su scala mondiale in opposizione al processo globalizzante che tende a instaurare un assetto geopolitico mondiale unipolare.

Sul piano internazionale, Eurasia non si pone in funzione antieuropea, ma antiamericana. Gli Usa e il loro progetto universalista sono, infatti, il nemico principale, mentre l’Europa (al pari di India, Cina, Giappone e Iran) è un’interlocutrice e potenziale alleata in virtù del comune interesse per un ordine mondiale multipolare. La quarta teoria politica si contrappone all’Occidente liberale e mondialista, e apre al recupero di tutto ciò che non è moderno né occidentale: “il pre-moderno, il post-moderno, l’anti-moderno, l’Asia, la tradizione romana”.

E costituisce, come afferma lo stesso Dugin, un recupero del “nazionalbolscevismo” che rappresenta «il socialismo senza materialismo, ateismo, modernismo e progressivismo». È altresì un recupero della Tradizione spirituale gnostica ed esoterica originaria e un invito al dialogo fra la sinistra radicale e la Nuova Destra, oltre che con i vari movimenti Verdi ed ecologisti, superando vecchi steccati ideologici e approdando a nuove sintesi politiche. Secondo Dugin, l’eurasiatismo rappresenta per l’Europa la definitiva liberazione dall’influenza americana, in vista della costruzione di un “grande spazio” indipendente e autonomo, nel rispetto delle varie identità nazionali.