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Filibustiere
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Il filibustiere, da saccheggiatore delle navi spagnole ad affarista senza scrupoli

Da principio erano i freebooters, letteralmente “i saccheggiatori”, nome che deriva dall’olandese vrijbuiter, composto da free (libero) e booty (bottino). Cominciò tutto all’inizio del XVII secolo, sull’isola di Tortuga, nel Mar dei Caraibi. Francesi, inglesi e olandesi, tutti alleati contro gli spagnoli, iniziarono a depredare le navi dell’Armada. C’era chi li chiamava bucanieri, chi corsari o pirati, ma tutti facevano parte della filibusta, associazione nota per i suoi attacchi ai possedimenti spagnoli.

In realtà, la situazione era assai più sfumata: bucanieri voleva dire  predoni dell’entroterra, per lo più provenienti dall’isola di Santo Domingo. Fuorilegge un po’ rozzi, erano dediti soprattutto alla caccia ai cinghiali e si armavano con coltelli ed asce. I filibustieri erano, invece, autentici professionisti del saccheggio: attivi (almeno in teoria) in nome dei loro Paesi d’origine, assunsero per tutto il Seicento il controllo sul Mar dei Caraibi. Qualcuno, come Francesco Nau detto l’Olonese (ma i maligni lo definivano un semplice bucaniere) o Henry Morgan, diventò famoso nei secoli. Dopo la fine della filibusta, decisa in modo repentino e violento da Francia e Inghilterra tra il 1680 e il 1690, l’immagine del filibustiere rimase – figura avventurosa e di scarsa affidabilità – a popolare l’immaginario, soprattutto europeo.

Nel linguaggio comune, per estensione, si dà ancora del filibustiere a persona furba, ad esempio un affarista senza scrupoli o un imbroglione; qualche volta, in senso scherzoso, si dice (o, più che altro, si diceva, perché il termine è un po’ caduto in disgrazia nell’appiattimento della lingua) di chi è spregiudicato, d’ingegno vivace, magari con un’etica sui generislestofante malandrino, ma i sinonimi sono ancora più misconosciuti del termine, e con il mestiere delle armi non c’entrano per nulla.