LA PAROLA

Gatto

«Ai gatti riesce senza fatica ciò che resta negato all’uomo: attraversare la vita senza far rumore».

Ernest Hemingway

Il gatto (dal latino tardo cattus), classificato come mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei felini, vive con gli umani da molto tempo. È un mammifero domestico, per quanto la dizione “domestico” usata col gatto abbia bisogno di qualche precisazione. «Mi era stato detto che l’addomesticamento con i gatti è molto difficile. Non è vero. Il mio mi ha addomesticato in un paio di giorni». Questa frase del comico e sceneggiatore statunitense Bill Dana, apparentemente paradossale, in realtà coglie bene la capacità gattesca di conquistare il territorio umano, con abbondante cibo e coccole annesse, mantenendo la propria indipendenza. Basta vedere come avanza con andatura sorniona ma spavalda verso la “nostra” poltrona preferita, condivide i cuscini più soffici e i cantucci più caldi, si sdraia a pancia in su per ricevere carezze e “grattini”, e all’improvviso si allontana sdegnoso.

Col gatto non si è mai capobranco, al limite possiamo fare il genitore, mentre lui si comporta proprio come un figlio adolescente,  ruffiano, ci fa la corte per ottenere quel che vuole o nei momenti in cui gradisce tenerezza ed affetto, per poi repentinamente abbandonarci, distratto da qualcosa di meglio.

Secondo alcuni studi, la convivenza del gatto con gli umani risalirebbe a 7.000 anni fa, con lo sviluppo dell’agricoltura; il gatto, ottimo predatore, si dimostrava infatti utilissimo per eliminare i dannosissimi topi. Nell’Antico Egitto il gatto conobbe la sua età dell’oro, gli Egizi veneravano la dea Bast, rappresentata o sotto forma di gatto o come donna dalla testa di gatto, simbolo di fecondità. Era uso consacrare  i bambini a Bast e quando un gatto moriva i proprietari si rasavano le sopracciglia e il capo in segno di lutto. Numerosissimi sono i monumenti e le iscrizioni egizie dedicate al gatto, così come le mummie di gatto che sono state rinvenute dagli archeologi.

Il gatto arrivò in tutta Europa e in Asia con le navi mercantili; Etruschi e Romani apprezzavano il gatto, per le sue doti di cacciatore di topi e come animale da compagnia. Dall’Egitto il gatto domestico si diffuse anche nei paesi arabi, dove godette di grande considerazione. Una leggenda narra della gatta di Maometto, Muezza, che si era addormentata sulla manica del vestito del Profeta; quando Maometto dovette andarsene, per non disturbarla tagliò la manica dell’abito.

Nel Medioevo, con il Cristianesimo, l’atteggiamento nei confronti dei gatti cambiò radicalmente in peggio. Erano considerati demoniaci, alleati delle streghe, e per questo, al pari delle donne accusate di stregoneria, furono vittime di feroci persecuzioni.

A partire dal XXVII secolo il gatto cominciò pian piano a riacquistare un posto importante accanto all’uomo fino a diventare a giorni nostri una presenza assidua in molte case e  a spopolare sul web, soprattutto sui social network..

Prima di approdare al web il gatto si era conquistato un posto in letteratura, nelle pagine dei libri come nelle case e sulle scrivanie di molti scrittori. Ernest Hemingway se ne circondava, tanto che ancora oggi chi vada a visitare la casa di Key West, dove lo scrittore abitò dal 1931 al 1940 con la seconda moglie e divenuta ora Museo (The Ernest Hemingway home & museum, Key West, Florida), potrà vederne i discendenti aggirarsi in giardino.
Doris Lessing, altra grande amante dei gatti, ha loro dedicato un libro, Gatti molto speciali (il libro fu pubblicato in lingua originale nel 1967 col titolo Particularly Cats, la prima edizione italiana risale al 1990). La scrittrice racconta il suo rapporto e la coabitazione con i gatti, dagli anni trascorsi in Africa fino all’appartamento londinese.

Natsume Soseki nel romanzo Io sono un gatto descrive il Giappone all’alba del XX secolo visto attraverso gli occhi di un gatto, dal pelo giallo e grigio, che vive a casa di un professore (Io sono un gatto è un romanzo del 1905, in Italia la prima edizione per Neri Pozza è del 2006).

Anche al cinema tanti gatti sono protagonisti o coprotagonisti accanto agli umani; gli troviamo in cartoni animati diventati cult: da Gatto Silvestro, eterno perdente nella caccia al canarino Titty, ai teneri Aristogatti, fino a Garfield, gattone viziato e golosissimo di lasagne; ma anche in film di vario genere, dalla commedia romantica Una strega in paradiso, in cui il gatto Cagliostro appartiene alla bellissima Kim Novak (film del 1958 con la regia di Richard Quine, interpretato oltre che dalla Novak, da Jimmy Stewart e Jack Lemmon), al classico Disney FBI Operazione gatto (film del 1965 diretto dallo stesso regista di Mary Poppins, Robert Stevenson), dove lo scatenato G.G. farà arrestare due rapinatori. Infine nel film A spasso con Bob, diretto nel 2016 da Roger Spottiswoode, un giovane ex tossicodipendente incontra un gatto rosso che lo aiuta a ritrovare la voglia di vivere. Il film è tratto da un romanzo autobiografico di James Bowen, dal titolo originale inglese A Street Cat Named Bob, ed interpretato dal vero gatto di nome Bob.