DAILY LA PAROLA

Gobbo

Il gobbo, dalla deformità, al cinema e alla letteratura. Storia e modi di dire su un personaggio che evoca opposte reazioni

Gobbo è colui che ha la gobba, ossia una visibile deformazione del torace, una condizione usata spesso per evocare il brutto e il mostruoso.

L’incendio di Notre Dame, a Parigi, ha richiamato alla memoria di molti il gobbo Quasimodo, descritto da Victor Hugo, aggrappato a uno dei 54 mostri di pietra (gargoyle) a guardia del perimetro della cattedrale. Dall’opera di Victor Hugo, pubblicata nel 1831, sono stati tratti molti adattamenti, tra opere, musical, film, compresi quelli d’animazione nella versione della Disney, incentrati sul gobbo di Notre Dame, il campanaro descritto come un essere di mostruosa bruttezza, oltre che gobbo anche guercio e sordo. Suo il compito di suonare le campane della cattedrale dove vive nascosto. Al cinema, come non ricordare anche il film drammatico di Carlo Lizzani Il  Gobbo o Frankenstein Junior, di Mel Brooks, con il divertente gobbo Igor?

Il gobbo di Peretola è una novella della tradizione fiorentina, ripresa da Francesco Redi e più tardi da Italo Calvino. Nel racconto di Redi, si narra la storia di un gobbo che, invidioso di un altro suo simile guarito dalle streghe di Benevento dalla sua malformazione, si era recato fin laggiù, ma avendo trattato male le streghe, era tornato punito con una seconda gobba. Calvino inserisce la novella nella raccolta di favole L’uccel bel verde. Ancora oggi il l’espressione gobbo di Peretola è sinonimo di stoltezza, imbecillità, scarsa intelligenza.

Gobbo, come si ricorda nel film di Paolo Sorrentino Il divo, è uno dei soprannomi di Giulio Andreotti, il politico italiano con il maggior numero di incarichi governativi nella storia della Repubblica. Tante le immagini che lo mostrano ricurvo.

Nel calcio è gobbo l’avversario che tifa Juventus: capita a Firenze di vedere qua e là adesivi con la scritta “locale degobbizzato” per indicare un ritrovo dove il tifoso bianconero non è proprio amato.

Il 57 è uno dei numeri più fortunati della smorfia napoletana perché nella tradizione è associato alla figura del gobbo. Il gobbo, in dialetto napoletano “O scartellato”, è qui considerato un potente portafortuna. Personaggio popolare raffigurato con cilindro nero, giacca nera e papillon rosso.

Si chiama gobbo anche il grosso cartello sul quale è scritto il testo da ripetere durante una ripresa, posto al di fuori dello spazio delle telecamere. Si dice “colpo gobbo” quando si fa una carognata, un tiro mancino. Gobbo, in Toscana, è anche un prelibato ortaggio.