LA PAROLA

Grullo

Grullo, dal germanico grullan, che significa deridere, schernire. Nell’uso comune toscano il grullo è uno sciocco, un po’ tardo e con scarse capacità mentali.

L’Accademia della Crusca ne attesta l’uso – come epiteto – già nel XVI secolo con Pietro Aretino, mentre per vederlo usato come aggettivo bisogna aspettare l’Ottocento. Il termine ha poi conosciuto una stagione favorevole in letteratura per tutto il XIX e l’inizio del XX secolo. Infatti è stato usato in Toscana, ma anche al nord e al sud della penisola, in autori quali Svevo , Verga, Oriani, la Deledda, Bacchelli e Borgese.

In Toscana l’utilizzo del termine con il significato di stupido è attestato in tutto il territorio regionale, anche se è dato come non tradizionale in Lunigiana, mentre, in alcune zone è usato anche nell’accezione di debole, incapace di reggersi in piedi, in special modo riferito agli animali.

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