IL NUMERO

1.013

Secondo il sito www.errorigiudiziari.com, curato dai giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone e dall’avvocato Stefano Oliva, i casi di ingiusta detenzione che si sono verificati nel 2017 sono 1.013. Ben 24 in più rispetto al 2016. I numeri del 2017 sono tratti dai dati elaborati dal Ministero dell’Economia, che dimostrano come continui a crescere il numero di errori giudiziari, così come il denaro che viene loro versato a titolo di risarcimento o di indennizzo (34.319.865 euro, nel 2017). Infatti, a fronte delle persone che  ogni anno subiscono una ingiusta detenzione, vale a dire la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva, ci sono altrettanti risarcimenti loro dovuti, che pesano sulle casse dello Stato: 270 euro per ogni giorno trascorso in galera, 135 ai domiciliari, secondo la tabella fissata dal Guardasigilli.

Dal 1992 ad oggi, le casse pubbliche hanno versato circa 656.000.000 euro a 26.142 vittime di errori giudiziari. «Se poi si includono anche gli errori giudiziari in senso tecnico – si legge sul sito di Lattanzi e Maimone – ossia quelle persone che vengono condannate con sentenza definitiva, ma poi sono assolte in seguito a un processo di revisione perché si scopre il vero autore del reato, oppure un altro elemento fondamentale per scagionarli – il numero delle vittime sale a 26.550, per una somma totale di 768.361.091 euro in risarcimenti dal 1992 al 2017. Si tratta dunque di una media annuale di oltre 1.000 casi, per una spesa superiore ai 29 milioni di euro l’anno».

Lo scorso anno, la città con il maggior numero di casi indennizzati è stata Catanzaro (158), seguita da Roma (137) e Napoli (113). In generale, sono le città del Sud, il Capoluogo partenopeo in testa, quelle in cui si registrano il maggior numero di errori giudiziari e di indennizzi, con l’unica eccezione di Milano e Roma.

Nelle maglie della “malagiustizia” incappano cittadini comuni, politici, amministratori pubblici, con casi eclatanti e nomi celebri, da Enzo Tortora a Lelio Luttazzi, a Serena Grandi e Gioia Scola. Ma anche nomi di sconosciuti, che sono balzati (anche troppo) alla ribalta delle cronache per delitti mai commessi. Casi drammatici come quello del professore di matematica Lanfranco Schillaci, accusato ingiustamente del più terribile dei delitti, l’abuso sessuale sulla figlia di due anni, poi scagionato perché quello che era stato ritenuto un ematoma in seguito a violenza, era un tumore, che di lì a poco avrebbe provocato la morte della piccola. O come quello di Giuseppe Gullotta, 22 anni in carcere con l’accusa di aver ucciso due carabinieri, assolto in sede di revisione.

Un elenco sconfinato, contenuto nel sito www.errorigiudiziari.com, che è diventato nel frattempo un imponente database senza eguali in Europa.

A queste storie, al dramma umano che accompagna queste vicende e che sconvolge la vita per sempre, Lattanzi e Maimone, hanno anche dedicato un docu-film, dal titolo Non voltarti indietro, diretto da Francesco Del Grosso. Un invito a guardare avanti per le vittime di errori giudiziari, perché se c’è chi riesce a rialzarsi, molti perdono anni di vita, lavoro, amici e non riescono più a tornare alla normalità.

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