CRITICA FILM

Simba torna al cinema in live-action

A 25 anni di distanza dall'uscita nelle sale cinematografiche, il film di animazione "Il Re Leone" torna al cinema in un remake live-action prodotto dalla Dinsey. Grande attesa dei fan di Simba per quello che si annuncia già un successo. Chissà se in grado di uguagliare la bellezza del film originale

A luglio, negli Stati Uniti, e ad agosto, in Italia, torna nelle sale cinematografiche uno dei più riusciti e straordinari film d’animazione della storia del cinema: Il Re Leone. Quella che sta per uscire e che sicuramente sbancherà i botteghini sarà una versione live-action, con computer grafica. Un remake (si spera fedele, almeno nella bellezza) del classico animato Disney, diretto da Jon Favreu, già regista di Iron Man, Iron Man 2 e Il Libro della Giungla.

Nel 1994, Il Re Leone è stato il film d’animazione Disney di maggior successo, almeno fino al 2014 quando uscì Frozen – Il regno di ghiaccio. Ma questo sicuramente è noto. Quello che molti amanti del film con protagonista Simba, forse, non sanno è che il lungometraggio ambientato nella savana è stato ispirato da due grandi scritti del passato, talmente estranei al mondo immaginato nel cartone animato, che sembra bizzarro che la Disney abbia fatto questa scelta: il Libro dell’Esodo, testo dell’Antico Testamento, e Amleto di William Shakespeare.

Guardando con attenzione il film, infatti, si capisce che Simba è a tutti gli effetti un giovane Mosè in versione felina. Cresciuto alla corte del re (di cui in questo caso è il figlio), è costretto a lasciare il regno a causa di un delitto (non compiuto da lui ma da Scar, anche se Simba è convinto di essere colpevole). Fugge nel deserto e lì si costruisce una nuova famiglia (anche se con due amici, Timon e Pumbaa). Passano gli anni e Simba viene indotto a rientrare nel suo vecchio regno e nella sua vecchia casa da una visione mistica, ossia il volto di suo padre materializzato nel cielo, che gli parla dall’aldilà. Per questo Simba torna e libera il suo popolo dall’oppressione. La Disney, tuttavia, non è stata la sola ad usare questo soggetto. Nel 1998, la Dreamworks realizzò il film Il Principe d’Egitto, anch’esso un grande successo, per quasi un decennio in cima ai botteghini tra le pellicole non disneyane.

Oltre alla tematica biblica, Il Re Leone offre anche un accostamento con la tragedia shakespeariana Amleto. Proprio come il principe danese, Simba perde suo padre – Mufasa – a causa di un piano diabolico orchestrato dallo zio Scar, che mira a impossessarsi del potere. Il figlio, nonché legittimo erede al trono della Rupe dei Re, è chiamato a vendicare il padre e, sebbene inizialmente voglia limitarsi a mandare lo zio in esilio («vattene, e non tornare mai più!» dice Simba a Scar, usando le stesse parole che lo zio aveva pronunciato anni prima), alla fine affronta l’usurpatore fratricida, lo sconfigge ma lo lascia vivere. Scar infatti non muore in un glorioso duello ma ucciso dai suoi stessi alleati, le iene, nemesi dei leoni, usate dall’incapace sovrano per detenere il potere. E ancora in tema shakespeariano, nel 1998, uscì direttamente per il mercato home video il sequel Il Re Leone 2- Il Regno di Simba, incentrato su una storia d’amore ispirata a Romeo e Giulietta.

Niente è stato lasciato al caso in questo grande classico che ha fatto sognare gradi e piccini: dalla colonna sonora, con testi e musiche affidate a Elton John & Tim Rice e a Hans Zimmer, fino al cast corale dei doppiatori, che, in un paio di casi non, si sono limitati a prestare la propria voce ma anche il volto. Infatti, i lineamenti facciali per creare le espressioni di Shenzi, guida della terribile e comica triade delle iene, e di Scar, sono di Whoopi Goldberg e Jeremy Irons. Infine, una curiosa: al contrario di quello che si potrebbe pensare, i personaggi che hanno avuto maggior successo non sono stati Simba, Mufasa o Nala (la leonessa che diventa la compagna del protagonista), ma Timon, Pumba e Scar.

L’attesa per il remake live-action è altissima e a rischio di essere delusa, data la straordinaria bellezza e il virtuosismo tecnico che ha reso il film del 1994 un vero capolavoro….in attesa di sentire di nuovo il ruggito dei leoni delle Terre del Branco.