LA PAROLA

Inviato/a

Da Wikipedia. L’inviato o inviato speciale è un giornalista, solitamente esperto, che viene incaricato dal direttore responsabile di seguire un determinato avvenimento e di descriverlo in prima persona nel luogo stesso in cui si svolge. L’evento può riguardare la politica, un conflitto armato, un congresso, un evento artistico o sportivo o altro ancora. Diversa è la figura del corrispondente, che risiede stabilmente nella città dove è stato inviato. (possibilmente non usando la prima persona nella descrizione, ndr).

Dalla perfida Albione. In lingua inglese è invalso il termine correspondent (“corrispondente”). Una categoria che ha dato molto lustro alla stampa inglese fu quella degli inviati di guerra (war correspondents). Il primo ad emergere fu Robinson, con le sue lettere al “Times” dalle rive del fiume Elba durante la campagna del 1807. Altri nomi importanti furono William Howard Russell, ancora per il “Times” (Guerra di Crimea), e Archibald Forbes, per il “Daily News” (Comune di Parigi). Per tutto il XIX secolo, e parte del XX, gli inviati di guerra inglesi primeggiarono sulla stampa europea nella capacità di raccogliere le notizie e nella prontezza con la quale le trasmettevano alla propria redazione. Uno dei casi più noti si verificò al tempo della guerra russo-giapponese (1904-1905). L’ufficiale inglese Lionel James costruì una stazione radiotrasmittente (De Forest) su un’isoletta cinese. Dall’isola il segnale radio veniva captato da una nave (il piroscafo Haimun) dotata di telegrafo. Poi il messaggio veniva inviato a Londra. La velocità di trasmissione raggiungeva le 30 parole al minuto. Ogni giorno venivano spediti aerogrammi che la mattina dopo comparivano sul “Times”. La brillante iniziativa fu interrotta per le minacce delle due nazioni belligeranti, i cui dispacci ufficiali venivano regolarmente scavalcati dai rapporti di James.

Dalla casalinga Italia. In Italia, i primi inviati furono denominati redattori viaggianti. Il capostipite è considerato Vico Mantegazza, che dal 1886 effettuò numerosi reportage dai continenti extraeuropei, specialmente dall’Africa, dove descrisse popoli sconosciuti e luoghi ancora inesplorati.

Dal vocabolario. Inviato: aggettivo e sostantivo maschile, participio passato di inviare. Sinonimo di avviato: uomo… ricco e bene inviato (Boccaccio). Oppure, genericamente, persona inviata in un luogo o presso qualcuno con incarico determinato e per lo più importante. In particolare, in diplomazia, titolo di chi è investito di funzioni diplomatiche, qualunque sia la natura della missione affidatagli (politica, economica, di cerimonia), la durata di essa (permanente o speciale), il rango riservatogli: inviato d’affari; inviato di cerimonia; inviato stabile (o residente); inviato straordinario. inviato speciale, giornalista (e radiocronista o telecronista) mandato ad assistere ad avvenimenti, manifestazioni, di singolare interesse, o a svolgere inchieste, interviste e altri servizî, specialmente all’estero.

Dalla realtà. Termine per lo più romantico e un po’ paraculo, da buttar lì ad un tavolo nel quale siano presenti femmine di un certo interesse. Vanto, vanagloria, falso consapevole: soprattutto termine abusato. Oggi ci si invia dalla redazione (anche ieri). Quelli bravi bravi vanno a seguire le guerre, i casi giudiziari, i grandi fatti di nera, i grandi spettacoli, gli altri si divertono. A volte bastano un paio di telefonate e il servizio dell’inviato speciale è pronto. È un termine che ha molto a che fare con la propria coscienza. Ricordarsi invece dei bei reportage di Gigi Riva, Daniele Mastrogiacomo, Gabriele Romagnoli et similia.

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