LA PAROLA

Ipertrofico

Ipertrofico è ciò che è cresciuto esageratamente, fuor di misura o quanto meno al di là della norma. È dunque qualcosa di anormale, patologico.

La voce scritta nel 1933 nell’Enciclopedia Treccanidice che l’ipertrofia deriva dal greco ὑπέρ “sopra” e τρέϕω “nutro”, qualcosa dunque che si è nutrito oltre modo. «Aumento di volume d’un organo o d’un tessuto consecutivo a un aumento di volume (ipertrofia vera e propria), oppure di numero (iperplasia) degli elementi cellulari che li costituiscono, senza apprezzabili modific azioni di struttura di detti elementi.», spiega l’Enciclopedia.

Il termine è prevalentemente impiegato in biologia e in medicina, ma in maniera figurata si può parlare di una burocrazia ipertrofica o di centri commerciali ipertrofici.

Di questo aggettivo ha fatto un magistrale uso Fëdor Dostoevskij nei Ricordi dal sottosuolo (o Memorie dal sottosuolo) pubblicato nel 1864, lo stesso anno in cui morirono la prima moglie, Marija Isaijeva,e il fratello Michail.

Il protagonista del romanzo esordisce dicendo «Sono un uomo malato… Sono un uomo cattivo» e poche righe dopo aggiunge di non esser «riuscito a diventare neppure un insetto» (La metamorfosi di Kafka è del 1915).

La sua malattia, dice, è «avere una coscienza troppo lucida», anzi, aggiunge, «non soltanto una coscienza troppo lucida, ma addirittura ogni forma di coscienza è una malattia».

Definisce il proprio stato avere una «coscienza ipertrofica» e l’uomo che dispone di una coscienza ipertrofica è «l’antitesi dell’uomo normale», un individuo che «non è uscito dal seno della natura, ma da un alambicco».

Ora, si provi chiunque sia dotato di una coscienza ad immaginarsi che essa sia ipertrofica, cresciuta a dismisura, e così facendo ad ipotizzare un antidoto che la contrasti, dimenticando che quell’immaginare e quell’ipotizzare appartengano proprio all’escrescenza del proprio cervello, all’andar della coscienza al di là di un limite inesorabilmente tracciato da qualcun altro, altrimenti sarebbe esso stesso fissato da quella dote ipertrofica.