DAILY LA PAROLA

Irresponsabile

Posto che l'unica azione della quale ci si può dire totalmente irresponsabili è la propria nascita, non c'è momento della vita adulta in cui ci si possa concedere il lusso di non rispondere di sé

È uno degli aggettivi più in voga nelle ultime settimane. Sarà perché è risuonato nell’aula del Senato per bocca del premier dimissionario Giuseppe Conte, che ha definito irresponsabile il ministro degli Interni Matteo Salvini autore di una crisi di governo provocata «per interesse personale e di partito a scapito dell’interesse generale del paese». Nello stesso discorso lo ha definito anche sleale, pericoloso, in malafede, ma irresponsabile lo ha proprio sillabato senza tanti giri di parole.

Irresponsabile è chi – come evidenzia l’etimologia: in non, re indietro, spondere promettere – non è responsabile, non si assume le proprie responsabilità, agisce sventatamente per incapacità mentale o, peggio, per leggerezza, incoscienza, presunzione di onnipotenza. Insomma, l’irresponsabile è quello che lancia il sasso e poi ritira la mano, che manda avanti gli altri perché a lui viene da ridere o magari è già impegnato in qualche altra impresa di cui rendersi presto irresponsabile.

Soltanto il capo dello Stato gode dell’irresponsabilità per ciò che compie nell’esercizio delle sue funzioni, salvo non si tratti di un caso di alto tradimento o di attentato alla Costituzione. Anche i parlamentari godono della prerogativa di non essere perseguiti per le opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni e parecchi di ciò abusano largamente.

Essere responsabili significa, quindi, rispondere. L’irresponsabile, invece, evita accuratamente di fornire risposte e, quando lo fa, sono sbagliate. Prendersi le proprie responsabilità è indubbiamente faticoso e carico di conseguenze ma, posto che l’unica azione della quale ci si può dire totalmente irresponsabili è la propria nascita, non c’è momento della vita adulta in cui ci si possa concedere il lusso di non rispondere di sé.