LA DATA

30 marzo 2000

Siamo strani noi italiani: c’è sempre bisogno di qualcuno che ci dica, che ci ricordi, cosa fare, anche se lo sappiamo benissimo e allora lo Stato si organizza ed emana leggi anche per proteggere i suoi cittadini. Il 30 marzo del 2000 entra in vigore l’estensione anche ai maggiorenni dell’obbligo del casco per andare in ciclomotore, dopo che nel 1985 fu approvato il provvedimento per le moto di maggior cilindrata, ci sono voluti quindici anni per questa correzione.

L’obbligatorietà del casco non è stata indolore, le polemiche sono state tante, sollevate in particolar modo dai produttori e rivenditori di due ruote spaventati dalla possibilità che diminuissero le vendite, cosa che accadeva già da anni. Ma non furono proteste solamente versate sul lato commerciale: chi non ricorda, tanto per dirne una, le lamentele per le acconciature femminili che avrebbero subito gravi danni dall’utilizzo del casco? Fortunatamente, a differenza delle cinture di sicurezza che si potevano disegnare sulle magliette come tentavano di fare i soliti furbi italioti, il casco o ce l’hai o no, di certo non si può disegnare.

Nonostante l’obbligo del casco non è raro vedere giovani che sfrecciano e svicolano tra le automobili sfidando la sorte senza la dovuta protezione, sarà anche un luogo comune ma l’immagine è più frequente in certe città del sud, come non è raro vedere chi guida le due ruote con una mano pur di poter parlare al telefono, i più “scafati” incastrano l’apparecchio tra il casco e l’orecchio.

Comunque nonostante l’iniziale opposizione preconcetta perché lo Stato non deve imporre nulla, le pettinature, il caldo estivo, il casco è diventato un accessorio del motociclista che ha ridotto di molto le morti dei centauri.

 

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