LA DATA

23 febbraio 1945

23 febbraio 1945, ore 10.30, sul monte Suribachi nell’isola giapponese di Iwo Jima, un gruppo di Marines issa la bandiera americana.
Sull’isola di Iwo Jima c’era un’importante base aerea e navale giapponese, difesa da poco più di ventimila soldati. Gli americani erano sbarcati sull’isola il 19 febbraio, pensando che non avrebbero incontrato molta resistenza; in realtà furono necessari settantamila uomini e più di un mese per conquistarla. La battaglia fu molto sanguinosa: morirono circa seimilaottocento soldati americani e quasi tutti i ventimila militari giapponesi.

Una delle foto di guerra più famose di tutti i tempi fu scattata quel 23 febbraio 1945 da Joe Rosenthal, un fotografo di Associated Press. Rosenthal fotografò sei soldati americani mentre issavano una bandiera degli Stati Uniti sulla cima della montagna, alta appena 169 metri ma difesa accanitamente dai Giapponesi; la foto diventò rapidamente un simbolo della Seconda guerra mondiale e in seguito un’icona del Novecento.
Non si trattava però della piccola bandiera piantata alle 10.30 dai primi Marines giunti sulla cima del monte, bensì di una seconda bandiera più grande, portata nelle ore successive.

Quella mattina Rosenthal stava raggiungendo l’isola a bordo di un mezzo da sbarco dei Marines quando lo informarono che forse era stato preso il monte Suribachi e che per segnare la vittoria i soldati avrebbero issato una bandiera. Salendo verso la cima incontrò quattro Marines, tra i quali un sergente che era anche fotografo della rivista Leatherneck, che gli disse che la bandiera era già stata issata, Roshental decise comunque di proseguire.
Arrivato sulla cima, Rosenthal scoprì che una bandiera era già stata issata ma che si pensava di sostituirla con una più grande; stava cercando senza successo di rintracciare i soldati che avevano issato la prima bandiera, quando si accorse che sei Marines stavano piantando la nuova bandiera e si posizionò per scattare la fotografia. Non poteva sapere allora di avere appena scattato la foto più importante della sua carriera.

In seguito ci sono stati molti dubbi sull’identità dei soldati ritratti nella foto e anche sull’autenticità della foto stessa; tanti hanno ritenuto che lo scatto di Rosenthal non fosse stato estemporaneo ma che la posa dei sei Marines fosse stata accuratamente preparata.
Vera o falsa che fosse, la foto vinse il premio Pulitzer e fu utilizzata dalla propaganda dell’amministrazione del presidente Roosevelt e da quella di Truman, per essere poi riprodotta in vari modi: dai francobolli al memoriale dei Marines ad Arlington.

Chi vuole saperne di più sulla battaglia di Iwo Jima, sulla conquista del monte Suribachi e sulla famosa bandiera, può leggere il best seller Flags of Our Fathers, scritto nel 2000 da James Bradley e pubblicato in Italia nel 2006 da BUR Biblioteca Universale Rizzoli; suo padre, John H. Bradely, partecipò alla battaglia e fu identificato, sembra in realtà erroneamente, come uno dei soldati ritratti nella foto. Oppure può vedersi il film Lettere da Iwo Jima di Clint Eastwood (USA 2006, 146 minuti), ispirato proprio al libro di James Bradley.

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