LA DATA

24 febbraio 1582

In una rubrica chiamata “Date” non poteva mancare qualche rigo sulla nascita del calendario usato nella stragrande maggioranza del mondo. Fu il Papa Gregorio XIII a introdurlo il 24 febbraio 1582 con la bolla papale Inter gravissimas promulgata a Villa Mondragone (presso Monte Porzio Catone, Roma). Ma come mai un Papa sentì il bisogno di occuparsi di una cosa così terrena come la misurazione del fluire dei giorni e degli anni? Non tanto perché all’epoca il Papa, come ben sappiamo, non era solo il capo spirituale della comunità ma un vero e proprio sovrano, quanto per il fatto che il calendario giuliano, allora in vigore, stava creando non pochi problemi alla liturgia ecclesiastica. Secondo il calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C., erano bisestili gli anni la cui numerazione fosse multipla di 4: l’anno giuliano medio durava quindi 365 giorni e 6 ore. Questa durata non corrispondeva a quella dell’anno solare medio, ricavata dalle osservazioni astronomiche, che è più corta di 11 minuti e 14 secondi. Per tale motivo il calendario giuliano accumulava circa un giorno di ritardo ogni 128 anni rispetto al trascorrere delle stagioni. Tra il Concilio di Nicea del 325, che aveva stabilito la regola per il calcolo della Pasqua, e il 1582 si era ormai accumulata una differenza di circa 10 giorni. Così la primavera non risultava più cominciare il 21 marzo, ma l’11 marzo e di conseguenza la Pasqua, che sarebbe dovuta cadere la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, veniva spesso a cadere in data sbagliata, come pure erano sbagliati anche i periodi liturgici collegati alla Pasqua, la Quaresima e la Pentecoste.

Il Papa nominò una commissione presieduta dal gesuita Cristoforo Clavio e composta oltre che da ecclesiastici, da illustri astronomi e matematici; la commissione decise di modificare il calendario giuliano utilizzando le misurazioni dell’astronomo Niccolò Copernico, pubblicate nel 1543.

Per recuperare i dieci giorni perduti fu deciso un “salto di giorni”: il giorno successivo al 4 ottobre 1582 sarebbe stato il 15 ottobre; inoltre, per evitare interruzioni nella settimana, si stabilì che il 15 ottobre cadesse di venerdì, visto che il giorno precedente, il 4, era stato un giovedì.

In Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia-Lituania e Belgio-Paesi Bassi-Lussemburgo il calendario gregoriano entrò in vigore fin dal 15 ottobre 1582 (secondo il nuovo calendario, il 5 ottobre secondo il calendario giuliano), negli altri paesi di fede cattolica fu adottato nei cinque anni successivi. Gli stati luterani, calvinisti e anglicani si uniformarono durante il Settecento, quelli ortodossi ancora più tardi. In Giappone fu adottato nel 1873; in Egitto nel 1875; in Cina nel 1912; in Turchia nel 1924.

Il calendario gregoriano andrà bene fino al 4317; poi occorrerà ideare qualche sistema per rimediare alla piccola eccedenza dell’anno civile su quello solare.

Certo è che sarà difficile arrivare a un calendario perfetto, visto che il conteggio si basa sul tempo che la Terra impiega a compiere un giro intorno al Sole: infatti l’orbita terrestre si modifica a causa dell’interazione gravitazionale con gli altri pianeti. Inoltre c’è il problema del rallentamento nella rotazione terrestre, che rende necessario aggiungere, di tanto in tanto, un secondo, per mantenere il giorno astronomico e quello civile allo stesso passo: è il cosiddetto “secondo intercalare”, che viene però a modificare la durata media dell’anno rispetto a quella pensata con l’introduzione del calendario gregoriano.

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