LA DATA

4 aprile 1968

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Alle 18:01 di quel giorno Martin Luther King Jr. (Atlanta, 15 gennaio 1929), pastore protestante, politico e attivista, leader dei diritti civili, uscì sul balcone della stanza 202 (la 306 dove solitamente alloggiava era occupata) al secondo piano del Lorraine motel di Mulberry Street a Memphis.

Si trovava nella città del Tennessee per organizzare una grande manifestazione non solo di afroamericani, ma anche di indiani, portoricani e poveri di altre nazionalità e farli marciare su Washington, domandando aiuti economici per le fasce sociali più deboli degli Stati Uniti. Da 11 anni si batteva perché le persone venissero rispettate indipendentemente dal colore della loro pelle e dalla loro condizione economica.

Aveva appena parlato con il musicista Ben Branch, che avrebbe dovuto suonare quella sera in una chiesa dov’era programmato un incontro di culto. Branch intonò Take my hand, my precious Lord (prendimi per mano, mio prezioso Signore), il brano che poi Mahalia Jackson canterà al suo funerale.

Uscì sul balcone e venne colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa sparato dalla stanza 5b della pensione Bessie Brower, che si trovava di fronte. James Earl Ray aveva premuto il grilletto. I tentativi di soccorrere Martin Luther King furono vani.

Martin Luther King fu molto più che il difensore dei diritti dei neri. Fu, con Gandhi, il grande teorizzatore della politica della non violenza e del pacifismo, e il punto di riferimento per quanti si sono impegnati nelle battaglie per i diritti civili.

La sua salma oggi riposa ad Atlanta, nel Southview Cemetery, in Jonesboro Road.

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