LA DATA

28 febbraio 1849

Il 28 febbraio 1849 nel porto di San Francisco attraccò una delle prime navi a vapore, la SS California; a bordo si trovavano centinaia di uomini attratti da una notizia che da qualche mese rimbalzava su tutti i giornali: la scoperta di un grande filone d’oro.

Era l’inizio di un’epopea che ha segnato la storia americana e acceso la fantasia di milioni di persone. Era stato il giornale “The Californian” a riportare per primo, il 15 marzo 1848, la notizia del rinvenimento di scaglie d’oro lungo il corso dell’American River; in pochi ci avevano badato, poi la notizia aveva cominciato a rimbalzare su tutti gli organi di stampa e qualcuno aveva cominciato a mostrarsi in giro con sacchetti pieni di polvere d’oro. Nei mesi successivi chi nella zona era impiegato in altri lavori, soprattutto nelle segherie e concerie, si affrettò a lasciarli.

Una parte delle migliaia di pionieri che partirono per la terra dell’oro non avrebbe raggiunto la meta; chi proveniva dalla sponda atlantica degli Stati Uniti doveva infatti affrontare un viaggio lungo e pericoloso.

La via più semplice era quella marittima, doppiando Capo Horn, occorrevano però molti mesi di navigazione. Un’alternativa era il passaggio attraverso l’Istmo di Panama; il canale ancora non esisteva, ma c’era la possibilità di attraversare il tratto di terra a piedi e, una volta arrivati sulle sponde del Pacifico, imbarcarsi su una nave diretta in California. L’Istmo era tuttavia un territorio inesplorato e non si aveva neppure la certezza di trovare una nave dalla parte opposta. Via terra, le carovane partivano dal Missouri e si impiegavano dalle 16 alle 22 settimane, attraversando il Nebraska, le Montagne Rocciose, costeggiando il Grande Lago Salto, per arrivare a Sacramento lungo quello che sarà chiamato “l’Oregon-California Trail”. Era questa la scelta più rischiosa: dal 1849 al 1859, furono oltre ventimila coloro che vi trovarono la morte.

Infine solo una minoranza fra le migliaia di speranzosi giunti in cerca di fortuna realizzò i propri sogni, ma il loro contributo fu determinante per il rapido sviluppo di quella che fino a poco prima era stata una provincia messicana.

Il massiccio afflusso di cercatori d’oro risolse infatti in breve tempo la cronica scarsità di manodopera lamentata in California, con l’afflusso massiccio di immigrati provenienti non solo dagli Stati Uniti, ma anche dal Cile e dalla Cina.

Al 31 dicembre 1849 San Francisco contava circa 100.000 abitanti. Non fu solo San Francisco a beneficiare dell’arrivo dei pionieri, ma tutta la California; fu così possibile approvare rapidamente la Costituzione dello Stato della California (13 ottobre del 1849) e il 9 settembre del 1850 avvenne l’ingresso nell’Unione, come 31esimo Stato.

Gli appassionati di “ghost town” possono mettere in conto di visitare in California due dei più affascinanti luoghi di questo tipo, abitati ai tempi della corsa all’oro: Calico, nella Contea di San Bernardino, e soprattutto Bodey, situata nei pressi del Yosemite National Park, che conserva quasi intatte le strutture e l’arredamento dell’epoca; le abitazioni, gli empori, i saloon, la scuola, l’ufficio dello sceriffo e la prigione, la chiesa e il cimitero, ancora come erano al tempo in cui furono abbandonati.

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