LA PAROLA

Acqua

Due atomi di idrogeno e uno di ossigeno: questa è l’acqua. Tutto qui? No, è molto di più perché l’acqua è l’elemento primario dell’esistenza: dove non c’è acqua non c’è vita. È l’unico dei quattro elementi che può passare dallo stato liquido a quello solido e gassoso, e viceversa.

La parola viene dal latino aqua, che contiene una radice di origine indoeuropea. È presente in tutti gli esseri viventi, nell’uomo rappresenta circa il 65% del peso corporeo. Trasparente come l’acqua, si suol dire, ma se osservata nello spessore di qualche metro appare azzurra a causa del suo potere assorbente verso le radiazioni complementari di questo colore.

Forse perché l’acqua è in tutte le cose e dappertutto, ritorna in un’infinità di espressioni e modi di dire. «Acqua in bocca», si suggerisce a chi non deve parlare. «All’acqua di rose» è qualcosa sottotono, attenuata. «L’acqua cheta», che notoriamente rovina i ponti, per il Manzoni è sinonimo di santerella e Madonnina infilzata: così viene definita Lucia nei Promessi Sposi. «Tira l’acqua al proprio mulino» chi briga per il proprio vantaggio, mentre «affoga in un bicchiere d’acqua» chi si perde di fronte a una piccola difficoltà. Ci si può «assomigliare come due gocce d’acqua» se si è identici, mentre se si è all’opposto e anche poco inclini a dialogare si è come «il diavolo con l’acqua santa» o come «l’acqua con il fuoco».

«Pesta l’acqua in un mortaio» chi si ostina a fare un lavoro inutile, mentre «fa un buco nell’acqua» chi fallisce. Prima di partorire «si perdono le acque», mentre «si getta il bambino con l’acqua sporca» quando per rinnovare ci si comporta avventatamente provocando danni irreparabili. «Con l’acqua alla gola» si è in seria difficoltà, quando «si è un pesce fuor d’acqua» si è in forte disagio. Chi tenta di «intorbidare le acque» vuole confondere la situazione, chi «lavora sott’acqua» si muove in silenzio e di nascosto, al contrario chi prova a «smuovere le acque» agisce per riattivare una situazione stagnate.

«A pane e acqua» si è nella miseria, chi «porta acqua in mare» fa un’azione inutile, «essere acqua fresca» è qualcosa di nessuna efficacia, mentre chi «getta acqua sul fuoco» tenta di calmare la situazione. Chi fa il «portatore d’acqua» è un gregario che lavora a beneficio di altri, chi «porta l’acqua con gli orecchi» fa un gesto che va ben al di là dell’ordinario. Se qualcosa «fa acqua da tutte le parti» significa che proprio non funziona. Ne «è passata di acqua sotto i ponti» quando è trascorso molto tempo e le condizioni sono mutate. È «scritto sull’acqua» ciò che non lascia alcun ricordo, ma se c’è la volontà di lasciar perdere e dimenticare bisogna considerare che «è ormai acqua passata».

Fonti: Wikipedia

 Treccani enciclopedia

Carlo Lapucci, Il dizionario dei modi di dire della lingua italiana, Garzanti

 

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