LA PAROLA

Mano

Mani di Mario Mariotti

È l’organo, all’estremità dell’arto superiore, che distingue l’uomo dagli altri primati. Nel corso dei millenni, grazie all’espansione delle funzioni cerebrali e anche all’acquisizione dell’andatura eretta, la mano degli umani è divenuto il principale organo prensile, capace di tenere tra le dita e utilizzare oggetti molto piccoli come una penna, un ago o un filo di seta. Caratteristica delle cinque dita di cui è dotata la mano è la capacità del primo, il pollice, di opporsi a tutte le altre. Rispetto al resto del corpo, la pelle del palmo è più morbida e priva di peli, ma attraversata da linee e segni che – per chi crede nella chiromanzia – rivelerebbero il destino e il carattere del proprietario.

Ma la mano svela subito anche aspetti sociali e lavorativi: la mano callosa del contadino è diversa da quella di chi lavora in fabbrica oppure in ufficio. La mano di una donna, se curata e con unghie laccate, è spesso un elemento di seduzione o una dimostrazione di assertività. La mano sinistra racconta anche lo stato civile di un individuo, in base alla presenza o meno della fede all’anulare. La mano è anche un importante mezzo di comunicazione: stringerla a qualcuno è segno di cordialità, darsi la mano è indice di amicizia e affetto. Dare una mano vuol dire aiutare. Si chiede la mano per fare una domanda di matrimonio. Si bacia la mano per galanteria alle signore, in segno di ossequio agli uomini. Si mette la mano sul fuoco, come fece Muzio Scevola, per dichiararsi certissimi di quanto si afferma. Fuor di metafora, la legge del taglione prevedeva l’amputazione della mano per chi si macchiava di reati gravi.

Mano viene dal latino manum, di origine indoeuropea. «La tua mano sinistra non sappia quello che fa la destra», dice Gesù nel Vangelo in riferimento al fare l’elemosina, per indicare che bisogna fare il bene senza farlo sapere agli altri. Nella realtà, davvero la mano destra e la mano sinistra hanno capacità diverse; ciò è dovuto al processo di lateralizzazione che avviene durante la prima infanzia e che porta un emisfero cerebrale a prevalere sull’altro. La maggior parte degli individui è destrorsa, cioè utilizza la destra per le funzioni primarie come mangiare, lavarsi, scrivere. Meno del dieci per cento è invece mancino, mentre una piccola percentuale di persone è ambidestra, cioè usa indifferentemente entrambe le mani.

La mano è un’unità di misura in cucina (un pugno di farina), ma è anche lo strumento primario per far di conto e il sistema metrico decimale deriva probabilmente dal fatto che abbiamo dieci dita nelle mani di cui servirci per contare. In senso figurato, avere le mani in pasta significa essere addentro a un affare, avere le mani bucate è il difetto di chi spende esageratamente. Avere il mestolo in mano vuol dire essere padrone della situazione: è un’espressione che nasce nel mondo contadino quando era la donna la reggitrice della casa.

La mano può avere funzioni opposte: accogliere oppure respingere. Una mano aperta può fare una carezza, una mano chiusa è un pugno. Si alzano le mani in segno di resa, ma si alzano anche per percuotere qualcuno. A mano armata si diventa pericolosi. Battere le mani esprime giubilo, approvazione, consenso. Fregarsi le mani comunica soddisfazione, contentezza. Lavarsele è una metafora che indica il trarsi fuori da una situazione come fece Ponzio Pilato. Tornare a mani vuote significa fallire. Solo l’aiuto reciproco è vantaggioso: già i latini dicevano che manus manum lavat, una mano lava l’altra. E che tutte e due lavano il viso, cioè che l’unione fa la forza.

Allunga le mani o fa la mano morta chi tenta un approccio sessuale, solitamente sgradito. Viene preso con le mani nel sacco chi viene colto in flagrante. Resta con un pugno di mosche in mano chi, dopo aver sperato in un affare, non ricava nulla. Si mette una mano sul cuore chi cede ai buoni sentimenti, una mano sulla coscienza chi esamina onestamente le proprie azioni. Sta con le mani in mano chi non fa nulla.

Nei giochi di carte, è di mano chi ha diritto di giocare per primo. In senso esteso, cedere la mano significa dare la precedenza. Forzare la mano è una locuzione d’origine francese che significa esagerare, spingersi oltre. Portare in palmo di mano si usa per dire avere grande considerazione. Una notizia di prima mano, cioè proveniente direttamente dalla fonte, è la gioia di un giornalista. Essere la mano di dio è un evento provvidenziale, che capita proprio al momento giusto. Se su questa pagina diamo una mano di vernice, cancelliamo tutto.

Fonti: Wikipedia

Vocabolario Treccani

Cortelazzo – Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, Zanichelli

 

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