LA PAROLA

Disastro

Ha davvero un’etimologia curiosa la parola disastro: dal latino astrum, che significa stella, cui si antepone il prefisso dis- con valore privativo, oppositivo e peggiorativo, quindi di negazione. Ad esempio, approvazione e dis-approvazione, fare e dis-fare, adatto e dis-adatto.

Gli antichi latini, con la parola astrum definivano le stelle, i corpi celesti e le costellazioni, ma anche il cielo (indicato dal plurale astra), che in senso lato assumeva il significato di essere in alto, avere successo (si veda ad esempio la frase “per aspera ad astra”, “fino alle stelle attraverso le avversità”). Astrum poteva anche significare l’influsso celeste favorevole e quindi dis-astrum, come negazione, indicava per contro l’influenza astrale sfavorevole.

Nella lingua italiana la parola disastro viene usata indifferentemente per definire una grave sciagura, una calamità naturale, un incidente che provoca distruzione, danni di vaste proporzioni e la morte di molte persone. Normalmente si definiscono disastri gli incidenti ferroviari, navali e aerei, i bombardamenti, le azioni terroristiche, gli eventi naturali come terremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche, valanghe, frane, tornado, cicloni, ma anche gli eventi che danneggiano economicamente attività produttive e famiglie. La grandine è un disastro per il raccolto dell’uva; lo è un affare andato male che porta alla rovina un’azienda.

Con queste premesse, la parola viene utilizzata in senso figurato per definire qualcosa che non è riuscito in maniera propriamente brillante (ad esempio, “la festa è stata un disastro”, “il tuo compito di inglese è un disastro”) oppure persone che provocano danni e che sono motivo di preoccupazione. In questo senso si usa disastro per i bambini particolarmente vivaci e che tendono a rompere tutto.

Si parla, inoltre, di disastro ambientale quando un evento provocato dall’uomo per incuria, per azioni scellerate, per mancanza di prevenzione o di manutenzione di macchinari e mezzi, produce danni irreparabili all’ambiente e all’uomo stesso. Per fare un esempio, l’esplosione della centrale di Chernobyl, nel 1986, o quella della Icmesa a Seveso, nel 1976 (di cui si parla in un articolo su TESSERE, nella sezione della data), l’incendio dei pozzi petroliferi in Iraq durante la guerra nel Golfo, nel 1991, la fuoriuscita dell’isocianato di metile dallo stabilimento americano per la produzione di fitofarmaci, Union Varbide, a Bophal, nel 1984.

Al disastro colposo, infine, è dedicata una voce del Codice penale italiano, che prevede pene molto severe, come la detenzione da 5 a 12 anni per disastro aviatorio o marittimo, da 5 a 15 anni nel caso di quello ferroviario, quelli che si verificano con maggiore frequenza.

Di recente, per fare un esempio, si è verificato un incidente ferroviario a Pioltello, per il quale la procura ha aperto un fascicolo per disastro colposo contro i vertici e alcuni dipendenti di Trenord e Rete Ferroviaria Italiana. Infine, disastro colposo era uno dei capi di imputazione per Francesco Schettino a seguito del naufragio della Concordia (anche in questo caso l’argomento è stato trattato su Tessere nella sezione il numero e la data).

Tags