LA PAROLA

Rimedio

La scelta della parola di oggi deriva dalla necessità di “rimediare ” all’ultimo momento all’assenza (bella parola da offrire ai nostri lettori) o all’indisponibilità (e questa!) di un’altra parola (già scritta) pronta per la pubblicazione e la lettura in questa rubrica.

E di farlo in assenza (di nuovo) di mezzi che consentano di riportare quanto a riguardo potrebbero suggerire la Treccani o Wikipedia affidandosi cioè solo alle proprie più o meno credibili (bella parola anche questa) conoscenze (e che dire di questa?).

A buon senso vien da dire che abbia a che fare con la ripetizione (ri come ri-torno, ri-conoscimento, ri-valsa) di un medio, probabilmente di una mediazione, di un interporsi fra due e farli ragionare e magari riconciliarsi.

Certo è che chi ri-media, rattoppa, ricucisce, trova una soluzione laddove non c’è o parrebbe non esserci, cioè risolve quant’era insoluto, ovvia a una mancanza, a una dimenticanza, a un fallo. Riporta in ordine quanto si era confuso. Ma in mancanza di strumenti appropriati a definire il termine e renderlo degno di questa solitamente puntuale rubrica qui si noterà solo che in genere in maniera un po’ curiosa si parla di farmaci ai quali si attribuiscono grandi poteri taumaturgici riservando ad altre pozioni verso cui si guarda con buona dose di scetticismo il nome di rimedi: omeopatici.

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