LA PAROLA

Sbentiato

Sbentiato: voce del verbo della riconosciuta lingua sarda (e non dialetto)legge 15 dicembre 1999, n.482 –: “Sbentiare”, terza persona singolare maschile. Sbentiare, dalla radice della parola Bentu, ovvero tradotto in italiano “vento”.

Dicasi andare a sbentiare per indicare persona che va a farsi togliere i pensieri dal vento; la frase che si pronuncia è :“Mi n’di andu a sbentiai”. Per meglio dire: andare a svuotare la mente; farlo fare dal vento; dal vento lasciarsi prendere. Ma dicasi anche di persona con la testa tra le nuvole o avente poco cervello. Vuota, confusa,  come se ci fosse, appunto, passato dentro il vento e non avesse lasciato la benchè minima traccia di sapienza. Più precisamente, se così si vuole definire qualcuno un po’ “sciollocato/a” (disorientato; confuso): già sesi pagu sbentiau.

Oppure, ancora, sbentiare esprime e racchiude in sé, un concetto più ampio: sei malinconico? Depresso? O hai bevuto troppo? Prendi l’auto, la moto o la bici e “bai a sbentiai” (vai a “sbentiare”). Meglio se in spiaggia. Meglio se d’inverno. Meglio se di pomeriggio. Meglio se da solo. Vattene a sbentiare: lascia che il vento si porti via i fumi dell’ubriacatura o della tristezza. Non però il vento caldo, africano, che ti fa venire la “callella” (mollezza) e t’ammoscia tutto. No, un bel maestrale, che ti scoperchia “sa conca” (la testa) e ti spazza via tutti i cattivi vapori.

Ma anche detto quando si vuole invitare qualcuno a lasciar perdere parole altrui critiche, dando a colui che le esprime del senza senso; del pronunciare parole al vento. Quello appunto passato a far vuoto dentro una testa. “Lassadu perdì…esti sbentiau”. Lascia perdere, lascialo parlare; sono parole al vento.

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