CRITICA LIBRI

L’amore come voto alla vulnerabilità

Oggetto d'amore, una raccolta di trentun storie scritte da Edna O' Brien nell'arco di cinquant'anni e apparse sotto altri titoli in periodi e volumi diversi. L'ha pubblicata Einaudi nel 2013 ed è un testo basilare per comprendere il lato «vulnerabile», delle donne, che non è solo fragilità, ma anche e soprattutto, capacità di sognare, sentire intensamente e avere aspettative d'amore.

Oggetto d’amore, una raccolta di trentun storie scritte da Edna O’ Brien nell’arco di cinquant’anni e apparse sotto altri titoli in periodi e volumi diversi. L’ha pubblicata Einaudi nel 2013 ed è un testo basilare per comprendere il lato «vulnerabile», delle donne, che non è solo fragilità, ma anche e soprattutto, capacità di sognare, sentire intensamente e avere aspettative d’amore.

È stata definita «la poetessa della vulnerabilità», perché le sue donne – e attraverso loro la donna in generale – sono vulnerabili, e lo sono perché innocenti, troppo sognatrici, troppo fragili nelle loro eccessive aspettative d’amore.

donna-maschera-soffre-piangeLe protagoniste dei racconti di Edna O’ Brien sono infatti tutte donne e difficilmente hanno una sorte felice, e hanno sogni da vendere che spesso diventano incubi, hanno una vita sacrificata e povera, una femminilità negata e soffocata, sovente vittime di uomini violenti, aggressivi o dediti all’alcol.

Ma nonostante una vita squallida, venata di rassegnazione, e della consapevolezza che niente cambierà, che tutto passerà ineluttabile, c’è in loro un disperato desiderio d’amore, un folle desiderio di rinascita attraverso un amore che sublimerà il dolore vissuto, le imposizioni subìte, le esperienze crudeli; un amore che finalmente appagherà la loro sete di vita, le loro speranze.

Quella vulnerabilità e quell’amore per l’amore emergono nitidi in Oggetto d’amore, una raccolta di trentun storie scritte nell’arco di cinquant’anni e apparse sotto altri titoli in periodi e volumi diversi, una retrospettiva in cui la scrittrice, attraverso la vita delle protagoniste, racconta della sua terra, l’Irlanda, con la sua povertà, la sua storia e le sue tradizioni.

«Disse semplicemente il mio nome. – Marta, – disse, e capii che stava succedendo di nuovo. Mi tremavano le gambe sotto la grande tovaglia bianca e avevo la testa confusa, anche se non ero ubriaca. È così che m’innamoro. Era seduto davanti a me. L’oggetto dell’amore».

spezzare-cuore-infrantoEcco in questo stralcio dal racconto che dà il titolo al volume, c’è tutta Edna O’ Brien: l’essenza del suo mondo, un universo femminile, in cui l’amore è l’oggetto ricercato, più che l’uomo oggetto d’amore. È una scrittrice che conosce l’animo femminile e anche quello maschile. Li conosce nella loro contrapposizione e li sa descrivere con crudo realismo ma in maniera contenuta, spietato ma pacato, in un modo struggente e al tempo stesso grottesco.

Quello che colpisce in Edna O’ Brien, oltre al grande acume, è il gusto per il paradosso tra la speranza e la rassegnazione, il sogno e la consapevolezza che nulla mai cambierà, come per esempio, nel racconto Il tappeto dove la madre, una delle tante madri dei racconti di Edna, che lavora come una bestia ,un marito pigro e difficilmente sobrio, un amore per la casa di pietra che tiene in modo impeccabile, una mattina si vede recapitare un pacco inaspettato :un tappeto, proprio ciò che lei desiderava. Felice e sorpresa sospetta però che ci sia un errore; ma non ci vuole credere e comincia a lambiccarsi il cervello in cerca di un indizio che le faccia indovinare il mittente. Alcuni giorni di felicità in ammirazione del tappeto e poi lo svelamento del mistero: per un caso di omonimia il tappeto era stato consegnato al recapito sbagliato. Dapprima la madre si accascia e piange, ma non tanto per la perdita quanto «per esser stata così stupida da pensare che qualcuno avesse voluto farle finalmente una gentilezza». Ma subito si riprende e si lega il grembiule «con un nodo più stretto».

donna-maschera-soffre-piangeEcco, in questo semplice gesto di annodare più strettamente il grembiule c’è la grandezza e la sapienza di Edna che ci dice della forza d’animo, della caparbietà, del disperato bisogno di sognare contro ogni evidenza delle sue donne. E colpisce l’ironia con cui descrive alcuni personaggi della borghesia londinese contrapposti alla semplicità della campagna irlandese.

Nel racconto Bagordi irlandesi, per esempio, la signora Rodgers offre «una cena alla forchetta» perché aveva letto sul giornale che quel tipo di cene in piedi era chiamato così e «impazzava nelle case eleganti di Dublino». Proprio la terra irlandese fa da palcoscenico ai personaggi di Edna; è il teatro in cui le sue donne misere, a volte meschine, che oscillano tra fede e ribellione, vivono la loro vita quotidiana di campagna.

È attraverso di esse che Edna descrive la sua terra amata anche se abbandonata, ma sempre viva in lei; racconta della sua storia, della sua religione, dei suoi tabù, ma sempre con un amore tenero, che permea tutti i suoi racconti.

Nella sua scrittura si sente l’influsso di Joyce che, come T.S.Eliot, scopre solo durante la sua permanenza a Londra a partire dagli anni Sessanta, mentre in Irlanda, dov’era cresciuta in piena seconda Guerra mondiale, si era nutrita leggendo Tolstoj e Thakeray.

sunset-women«Gonfiare la bicicletta, trasportare la torba, pulire la casa e sbrigare lavori maschili – non ricordava di aver mai fatto altro in vita sua… tutto ricadeva sulle spalle sue e della madre: i tre bambini piccoli da accudire, il pollame, i maiali, il burro. La vita era dura nella loro fattoria tra i monti irlandesi».

Ecco, da queste parole di Mary nei Bagordi irlandesi, emergono emblematici la prosa e il pensiero di Edna O’Brien: bisogna leggerla.

Edna O’Brien, Oggetto d’amore, Einaudi, 2013, pp. 376, € 18,50, ISBN 9788806230357.

 

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