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La violenza, le scuse, la responsabilità

«A nome di tutti gli uomini ti chiedo scusa», ha detto al Tg1 il presidente del Senato, Pietro Grasso, commentando la morte di Nicolina, la quindicenne uccisa a Ischitella, in provincia di Foggia, dall’ex compagno della madre, l’ultima violenza – in ordine di tempo, se la cronaca non riserva altre sorprese – contro le donne: stupri, femicidi, molestie. Argomento a cui TESSERE ha recentemente dedicato attenzione con un articolo di Natascia Ronchetti. Oggi proponiamo le considerazioni che – dopo la dichiarazione di Grasso, di cui diamo conto in fondo all’articolo – Marco Fiorletta, anche lui collaboratore di TESSERE, ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook. Una riflessione per non chiudere gli occhi dinanzi al dilagare della violenza.

No Nicolina, io non ti chiedo scusa perché non ti ho fatto nulla, a te come alle tante altre donne uccise, stuprate, vendute, sfruttate, sottopagate, ingiuriate dentro casa, al lavoro, per strada, in qualunque posto. Non ti chiedo scusa se un uomo ha pensato di vendicarsi di tua madre con una pistolettata sul tuo viso e sarebbe potuto essere un coltello, acido, bastone, pietra benzina o solo le mani.

Perché ti/vi dovrei chiedere scusa a nome di chi non vi ha protetto, vi ha ingannato per poi commettere una qualsivoglia violenza? Perché mi dovrei far carico delle colpe di chi ancora distingue le violenze sessuali in base al colore della pelle, della classe sociale e anche del lavoro e della divisa? Per quale motivo dovrei sostituirmi a chi pensa che, in fondo in fondo, certe cose ve le cercate perché andate in giro vestite in maniera provocante o succinta o vi piace alzare il gomito di tanto in tanto o anche spesso e figuriamoci se lo fate di notte. Perché dovrei accollarmi le scuse di chi non accetta che voi possiate dire no ad un uomo, a vostro marito o a chiunque sia, perché in verità è questo che vi piace e cercate. Perché dovrei sostituirmi a coloro che anche le donne uccidono, anche le donne stuprano, in Italia ne muoiono meno che in altri paesi, mio figlio è un bravo ragazzo, lei era una puttanella, l’uomo è cacciatore e la donna preda, l’istinto, il raptus, la gelosia…

No, non ho da chiedere scusa a nessuno, non fornisco alibi a nessuno. Ognuno si assuma le sue responsabilità e se ne faccia carico.

La dichiarazione di Pietro Grasso al Tg1

«A nome di tutti gli uomini ti chiedo scusa. Finché tutto questo verrà considerato un problema delle donne, non c’è speranza. Scusateci tutte, è colpa nostra, è colpa degli uomini, non abbiamo ancora imparato che siamo noi uomini a dover evitare questo problema, a dover sempre rispettarvi, a dover sradicare quel diffuso sentire che vi costringe a stare attente a come vestite, a non poter tornare a casa da sole la sera. È un problema che parte dagli uomini e solo noi uomini possiamo porvi rimedio.

A quindici anni si ha il diritto di andare a scuola con la testa piena di sogni. Avevi tutta una vita davanti, ma un uomo ha scelto di spezzarla con una violenza inaudita. Un enorme dolore per la tua famiglia, per i tuoi amici, per tutti noi. Purtroppo non sei la sola ad aver avuto questo terribile destino: tante, troppe donne sono morte o sono rimaste profondamente segnate da violenze, discriminazioni, molestie, stupri.

Tutto ciò che limita una donna nella sua identità e libertà è una violenza di genere. Non esistono giustificazioni, non esistono attenuanti, soprattutto non esistono eccezioni. Finché tutto questo verrà considerato un problema delle donne non c’è speranza».

 

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