LA PAROLA

Enigma (e enigmistica)

Enigma (o enimma), è una parola che significa “parlare copertamente”. La leggenda dice che, per entrare nella città di Tebe, il controllo dei viandanti non desiderati e dei malintenzionati, fosse assunto dalla Sfinge, che imponeva la soluzione di un indovinello (enigma): «Dimmi qual sia l’animale che al mattino cammina con quattro zampe, a mezzodì con due e alla sera con tre».

Nessuno era stato negli anni in grado di risolverlo, fino a quando Edipo dette finalmente la soluzione: l’uomo. È infatti colui che da bambino avanza carponi, a quattro zampe, poi procede speditamente in modo eretto, finché in vecchiaia si deve aiutare col bastone per procedere camminando.

Si fa originare da questa leggenda la nascita dell’arte di “nascondere” i significati delle parole o delle frasi, attraverso piccoli componimenti poetici che apparentemente hanno un significato diretto, semplice (“soggetto apparente”), ma che nascondono nella loro corretta interpretazione altre parole, altri soggetti e, quindi un’altra soluzione.

Facciamo un esempio. L’autore è Marino Dinucci, in arte Marin Faliero.

Dalle memorie di un diplomatico
«Che lavata di capo, mammamia,
il Ministro mi dia sacramentando!
È stata questa (non ricordo quando)
la prima doccia fredda in vita mia».

Apparentemente il testo racconta la storia di un sottoposto (il diplomatico) al ministro di riferimento che, bestemmiando (sacramentando), gli fa un rimprovero severo per la sua condotta professionale.

Bene, in realtà, la soluzione dell’indovinello in questione è “Il battesimo”: la madre (mammamia) porta il piccolo (che non può aver ricordi dell’accaduto) al cospetto del vescovo (il ministro), il quale recita la formula di rito attraverso i Sacramenti, cospargendogli il capo di acqua benedetta (la prima doccia fredda).

Negli anni, queste particolari “poetiche” giocose e irriverenti, si sono moltiplicate fino a farne un vero settore culturale, l’enigmistica appunto, che ancor oggi, insieme a tanti altri giochi, caratterizza le più note riviste dedicate all’argomento. Fra coloro che amano cimentarsi in questa arte c’è chi si è cimentato in vere e proprie composizioni in 4-5 strofe ma, solitamente, le dimensioni sono più serrate e più consone alle attuali esigenze editoriali.

Di seguito vengono proposti due lavori di due autori diversi (con la soluzione), che intendono esemplificare questo particolare “senso del gioco delle parole”, adoperando la lingua in modo assolutamente insolito e creativo.

 Vecchi avvocati di paese (Renato Santini – “Tiburto”)
«Quando in vista vi son guai evidenti
a loro si ricorre ogni momento,
e di buon grado, pur essendo lenti,
vi danno, con misura, un chiarimento».

Soluzione: gli occhiali

 

Il padrone di casa (Renato Zaccagnini- “Renato il Dorico”)
«Maggiorate presenta le bollette,
così alla porta qualchedun lo mette,
mentre c’è chi a lisciarlo assai s’affretta
per paura di avere la disdetta».

Soluzione: il ferro di cavallo

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