DIALOGARE IN PACE VISIONI

Lettera 3: Scuse accolte e scuse porte

Alle due lettere che abbiamo pubblicato in risposta a quella del nostro socio Amine Graouate per protestare con l’atteggiamento poco civile di un custode della Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze, facciamo seguire oggi le repliche del diretto interessato che chiudono un dialogo che si è svolto in pace e dal quale si può trarre le convinzione che in pace, appunto, si può dialogare e che per essere in pace, o ancor meglio essere pace, bisogna dialogare.

Gentile signor Puccini,

accolgo condividendo le ragioni della sua lettera. Mi sono servito di una frase fatta che effettivamente può indurre qualche pregiudizio. Non mi appartiene il pregiudizio e me ne scuso, ancorché mi sia avvalso di quell’espressione proprio perché solitamente rende l’idea del concetto che vuol esprimere. La sua protesta mi è tuttavia servita ad essere più attento nell’impiego del linguaggio che effettivamente è la base di relazioni migliori tra le persone. Sono certo che i portuali livornesi abbiano fatto e facciano un ottimo lavoro, utile a tutti e di questo si deve tenere conto. Perciò spero di “imbarcarmi” un giorno proprio da lì, per una bella crociera, e far ritorno a Livorno per prendere un bel ponce livornese o mangiarmi un cacciucco. Magari insieme.

Amine Graouate


Gentile dottoressa Floriana Tagliabue

la ringrazio per essersi interessata così velocemente alla vicenda e per aver compreso le ragioni del mio disagio.

Continuerò` a frequentare la biblioteca perché è una bella biblioteca e penso sia importante che la vita universitaria possa esser presente nel centro storico e non solo relegata negli immensi, per quanto funzionali, edifici della periferia. Il valore della biblioteca di cui è direttrice è molto importante.

Mi sono permesso di pubblicare il nostro epistolario nella rivista dell’associazione culturale e casa editrice TESSERE di cui sono socio il cui intento è quello di far crescere una cultura del dialogo e dei rapporti pacifici.

Tengo a sottolineare che non provo nessun rancore per il portiere. Ho solo trovato doveroso segnalare l’episodio perché non si ripeta. Concordo con lei sulla necessità che cortesia ed educazione siano valori condivisi da tutti, indipendentemente dal loro ruolo.

Cordiali saluti

Amine Graouate

Disumani modi alla Biblioteca umanistica

Lettera 1: I luoghi comuni sui portuali livornesi

Lettera 2: L’educazione, un requisito che vale sempre

 

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