LA PAROLA

Magnificenza

Magnificenza, dal latino magnificentia (composto da magnus “grande” e facere “fare”, fare in grande), che a sua volta deriva dalla parola greca antica megaloprépeia (fare in grande in maniera conveniente), è una qualità riferita alla prestanza, alla generosità, alla dignità nel modo di vivere degli uomini. È anche una categoria della filosofia, dell’estetica, dell’etica, dell’economia, della sociologia, della retorica e della critica d’arte, che risale all’antichità classica.

In filosofia è Platone il primo a parlare di megaloprépeia, che separa da megalopsychía (grandezza d’animo), indicando nella prima la dote principale del filosofo-re. Successivamente è Aristotele a fornire una teoria filosofica della megaloprépeia, che la definisce come «la maniera conveniente di spendere in grande», influenzando tutte le interpretazioni successive.

In epoca latina, è Cicerone ad introdurre il concetto di magnificentia, nell’opera De inventione, in cui scrive che «essa concepisce e conduce a termine cose grandi e eccelse, con una visione ampia e splendida». Nell’antica Roma quindi, è un fenomeno pubblico connesso alle istituzioni e alle cariche politiche. Ma si parla anche di magnificenza degli edifici, delle strade, dei templi e dei giochi pubblici, che peraltro costituisce uno degli incarichi della magistratura degli Edili. Appartiene in ogni caso alla grandezza della Roma repubblicana, prima che degenerasse nella sregolatezza dei costumi e nel lusso.

Nel Medioevo la magnificenza subisce un’importante trasformazione con l’avvento del Cristianesimo. Tommaso d’Aquino ne ha lasciato una delle interpretazioni più significative, poiché attinge alla cultura classica unendola con quella cristiana. Nella Summa Theologiae la magnificenza è una virtù di Dio, di cui anche l’uomo può essere partecipe.

Dante Alighieri si riferisce alla magnificenza come caratteristica della perfezione di divina, è la quinta tra le undici virtù che compongono la nobiltà dell’animo e, nel Convivio, la definisce come «moderatrice de le grandi spese, quelle facendo e sostenendo a certo termine».

Con la rinascita delle arti, la magnificenza si diffonde nel Rinascimento, nel Barocco e nel Classicismo. Leon Battista Alberti, Giorgio Vasari e Andrea Palladio, sono soltanto alcune delle personalità che si dedicano a teorizzarla e ad applicarla alle loro opere. Successivamente assume una forte valenza politica ed economica attraverso il fenomeno del mecenatismo nell’architettura e nelle arti. Cosimo il Vecchio dei Medici è tra i primi ad impiegare questa nuova forma di consumo culturale, trasformandosi in uno dei grandi patroni del rinnovamento architettonico della città di Firenze.

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