DAILY LA PAROLA

Mancino

Da sempre aggettivo con connotazione negativa, è stato rivalutato negli ultimi anni con la scoperta dei caratteri "geniali" di chi utilizza la parte sinistra del corpo
Aggettivo che significa sinistro, deriva da manco, che a sua volta ha origine dal termine latino mancus, con il quale si indicava qualcuno con difetti fisici. Vieni utilizzato di solito per descrivere una persona che presenta mancinismo, ovvero che usa la mano sinistra in maniera preponderante rispetto alla destra. Per descrivere queste persone il termine “mancino” viene usato anche come sostantivo.
L’aggettivo mancino in zootecnia serve per descrivere un cavallo che presenta un difetto, ovvero che ha la punta del piede deviata rispetto alla verticale abbassata dalla punta della spalla. E, in effetti, questa accezione negativa, legata al termine “mancino” è piuttosto diffusa: talvolta si usa l’aggettivo per descrivere un’azione sleale, insidiosa. È un “tiro mancino”, appunto, qualcosa che è stato fatto con astuzia per insidiare, dare fastidio, alterare il risultato di un’operazione. Se qualcuno, dunque, vi “gioca un tiro mancino”, non si è certamente comportato bene nei vostri confronti. Per estensione, dunque, le persone che agiscono in questo modo sono “mancine” nel senso di disoneste, non degne di fiducia.
Sarà forse per questo che le persone mancine vengono spesso guardate con curiosità? In Italia si stima che i mancini siano il 4 per cento della popolazione , mentre nel mondo si attestano sul 10 per cento. Un numero non elevato dovuto forse al fatto che, fino a pochi decenni fa, nelle scuole si correggeva questo tipo di inclinazione. Chi scrive con la mano “mancina”, la sinistra, appunto, tende ad essere più spreciso, a sporcare il foglio, sopratutto con alcuni tipi di inchiostro, ed è per questo che nel racconto di molti mancini corretti, ricorrono tecniche anche poco accettabili: mani legate dietro la schiena e quant’altro.
A questo si aggiunge certamente la credenza popolare, che vede nella mano sinistra “la mano del diavolo”, che appunto influiva negativamente sugli eventi e, per quanto riguarda le persone che naturalmente sono portate ad usare la mano sinistra, le rendeva manchevoli di qualcosa, “difettose”.
In effetti essere mancini in un mondo pensato per i destrimani, rende più difficile alcune operazioni piuttosto comuni: usare le forbici, per esempio, o prendere appunti utilizzando le sedie con il classico tavolinetto estraibile dal bracciolo che, di solito, è quello destro.
Ma negli ultimi anni c’è stata una “rivincita” dei mancini: alcuni studiosi, infatti, sostengono che lo sviluppo di altre parti del cervello, non necessario per le persone che tendenzialmente usano la mano destra, renda i mancini più creativi, geniali.
Ad avvalorare questa teoria la presenza di mancini illustri: Leonardo da Vinci, per esempio, del quale quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte, Albert Einstein, il fisico tedesco premio Nobel, o, per arrivare ai giorni nostri, Barack Obama, ex presidente degli Stati Uniti.
Per corroborare l’orgoglio “mancino”, poi, è stata persino istituita una giornata internazionale che si celebra il 13 agosto. Lanciata nel 1992 dal club Lefthanders International ha proprio l’obiettivo di combattere il pregiudizio sui “sinistrorsi” e ribadire che l’uso della mano “mancina” non è un difetto, ma una caratteristica normale.
E mentre aspettiamo che la nuova consapevolezza modifichi il lessico e tra qualche decina di anni “tiro mancino” diventi sinonimo di “trovata geniale”, alimentiamo il business degli oggetti per mancini: apriscatole, pelaverdure, penne con impugnature speciali e quanto di più ergonomico venga in mente a progettisti e designer.
Tags