DAILY LA PAROLA

Maturità

È così interessante vedere quante parole usiamo, quante effettivamente ci sono, e quante per noi hanno un significato diverso a seconda del contesto.

Maturità, è una sorta di rito di  passaggio, no? Quella parola che usi quando vuoi dire a tuo figlio che può decidere se andare a scuola domani o no se sta male, perché è abbastanza maturo. Quella che usi quando non vuoi sentirti in colpa mentre fai qualcosa di sbagliato («tanto sono matura, so decidere quello che è giusto per me»). Quel concetto idealizzato per cui uno è un passo avanti rispetto agli altri, non si trova bene con gli amici o semplicemente capisce che dopo anni di scelte sbagliate ed esperimenti finiti male sulla propria pelle, ha acquisito quella “moltezza” di cui si parla in Alice in Wonderland.

Così, dopo tutta la profondità di questo concetto, non si capisce bene come, si arriva alla Maturità del liceo. Un vero e proprio rito di passaggio, una prova che è sempre servita non tanto a valutare il tuo rendimento scolastico, ma a darti qualcosa di cui essere fiero e con cui andare avanti dopo 13 anni di litigate, di amori, di amicizia, di rabbia e delusioni, vittorie e sconfitte, conoscenza di te stesso e consapevolezza che di te non hai proprio capito niente.

E allora si entra in classe per l’ultima volta, si copia (se si ha il coraggio) per l’ultima volta, si cerca di raccontare il progetto di un anno intero (ah no, ora grazie alla riforma di Salvini la tesina è stata rimpiazzata da domande veloci suggerite dall’apertura di una busta a scelta) in venti minuti. E – nonostante le mie considerazioni personali sul nuovo sistema, che non prevede una terza prova e una tesina – ce la fanno tutti. Anche i meno maturi.

In questo periodo, facendo l’ultimo anno, se c’è qualcosa che ho capito è che si passano cinque anni a prepararsi psicologicamente, emotivamente e teoricamente sulla Maturità, un mostro a sangue freddo, che arriva, dura come «un brivido che vola via», e poi ti lascia con il vuoto davanti, a riflettere sul fatto che sì, la chiamiamo maturità, ma forse non è esattamente quella, la Maturità. È tutto quello che abbiamo vissuto prima, tutto quello che ci hanno insegnato, tutte le cose che abbiamo conquistato e che ci siamo lasciati scappare. E noi, come per tutte le cose a cui diamo valore, abbiamo bisogno di darle  un titolo.

Tags