LA PAROLA

Meditare

Meditare è sinonimo di pensare e riflettere, tant’è che si dice di meditare su quanto si sta facendo per evitare di farlo routinariamente, in automatismo, seguendo solo una consuetudine. Ma questo verbo deriva dal latino meditari, e in origine attinge al significato di “curare”, cosa che non sempre pensando e riflettendo è possibile.

Spiega il dizionario che significa «fermare a lungo la mente sopra un oggetto, considerare attentamente un problema», per cui si è indotti a credere che meditare altro non sia che analizzare, esaminare, ponderare, valutare, o, per estensione, «cercare di dare corpo a un’idea, a un’ipotesi», come quando si dice di «meditare una soluzione adatta».

Così facendo, tuttavia, non si ha la certezza di provvedere a “curare” e si può allora prendere in considerazione che lo si debba fare svuotando la mente anziché fissandola su qualcosa, o che altrimenti si possa concentrarsi intensamente su qualcosa ma proprio per evitare che altri pensieri inquinino un fluire della mente capace di dar benessere, sollievo, pienezza.

Se dunque nel vocabolario si passa da “meditare” a “meditazione” si scopre che c’è una dimensione in cui nel cervello è possibile creare il vuoto, o quanto meno al vuoto ci si avvicina, a una assenza appunto di pensieri che si affastellino confusi, distraenti e magari anche angosciosi.

Esercizio non semplice ma che per riuscire richiede che appunto si semplifichi, si proceda per esclusione, privamento: via questo, via quello; fuori il prima, fuori il dopo; solo adesso, ora, qui, in questo istante in cui si sente solo il respiro che ci accompagna da quando si viene al mondo a quando lo si lascia. Aria che entra ed aria che esce, un flusso, una armonia, una riduzione all’essenziale e niente di più, neanche il prurito su una gota o l’unghia dell’alluce sinistro che richiede la sua attenzione e neppure le bollette da pagare o l’appuntamento che ci attende domani mattina.

In molti ci hanno provato, talvolta derisi e vessati per questo, e chissenefrega!

Che sia una concentrazione o una deconcentrazione poco importa, importa che procuri benessere. Proprio, innanzitutto, che è già l’anticamera di quello altrui e per questa via si potrebbero fare le rivoluzioni ed assistere al mondo che cambia, cosa che abbiamo a lungo sperato e niente è riuscito ancora a rendere sterile questa voglia.

E dunque un invito: a provarci. Chissà che…

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