DAILY LA PAROLA

Negazionismo

Secondo Zygmunt Bauman, l'autoassoluzione della memoria storica tentata dal negazionismo è un segno di cecità pericolosa e potenzialmente suicida

Secondo il vocabolario Treccani la parola negazionismo è il termine con cui viene indicata polemicamente «una forma estrema di revisionismo storico, che, mossa da intenti di carattere ideologico o politico, non si limita a reinterpretare determinati fenomeni della storia moderna ma, con riferimento ad alcuni avvenimenti connessi al fascismo e al nazismo (per esempio, l’istituzione dei campi di sterminio nella Germania nazista), si spinge fino a negarne l’esistenza o la storicità».

È una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo, un atteggiamento storico-politico che nega, a fini ideologici-politici e contro ogni evidenza, il fatto storico stesso. Spesso i negazionisti non accettano di essere etichettati come tali e, in alcuni casi, accusano la storiografia che essi stessi negano: così ad esempio chi nega l’Olocausto cerca di essere accreditato come revisionista.

In alcuni Paesi (Austria, Belgio, Germania) la negazione del genocidio del popolo ebreo è reato, mentre in altri (Israele, Portogallo, Francia e Spagna) viene punita la negazione di qualsiasi genocidio. Norme antinegazioniste sono state introdotte anche nella legislazione di Australia, Nuova Zelanda, Svezia, Lituania, Polonia Repubblica Ceca, Slovacchia, e Romania. È prevista la reclusione, che in alcuni paesi può arrivare fino a dieci anni. In Italia non esiste una specifica legge contro il reato di negazionismo, ma sono puniti l’incitamento all’odio e il comma 3 dell’articolo 414 del codice penale prevede il divieto di apologia di delitto. Nel 2007 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione statunitense che «condanna senza riserve qualsiasi diniego dell’Olocausto e sollecita tutti i membri a respingerlo, che sia parziale o totale, e a respingere iniziative in senso contrario». L’Unione europea ha preso posizione il 28 novembre 2008 contro il negazionismo con una Decisione Quadro (2008/913/GAI) del Consiglio «sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale».

Uno dei più diffusi negazionismi è, appunto, quello relativo ai crimini nazisti e all’Olocausto, di cui il più noto è quello dello scrittore filonazista David Irving, che ha perso una causa per diffamazione da lui intentata contro la storica Deborah Lipstadt, che lo aveva definito un “falsificatore della storia”.

Altro famoso negazionista è l’ex professore di critica letteraria all’Università di Lione Robert Faurisson, secondo cui, le camere a gas non sono mai esistite e se strutture simili sono esistite, non avevano la funzione di sterminare le persone, ma solo quella di uccidere i pidocchi.