DAILY LA PAROLA

Nitore
#paroledasalvare

Nitóre, dal latino nitor -oris, derivato di nitēre, «splendere», come riferisce il vocabolario Treccani con il nitóre della sintesi che gli è proprio, è un termine letterario che significa lucentezza e nitidezza e, in senso figurato, come nell’accezione appena utilizzata, chiarezza, ma anche eleganza.

Concretamente, possiamo respirare il nitore dell’aria nelle limpide ed assolate mattine d’inverno se la tramontana abbia spazzato via gli ultimi rovesci della notte, seguendo le ultime nuvole, alta e rarefatta; o quello del bucato abbagliante appena steso alla luce del sole.

Una parola che sarebbe quindi perfetta per descrivere il bianco che più bianco non si può, come quello della camicetta della “nonnina” che usava la nota candeggina gentile che evitava lo “strap” in una pubblicità degli anni ‘80, visibile su YouTube a questo link, per chi non voglia arrischiarsi a cercare assieme su google le parole virgolettate per trovarsi catapultato ai confini del porno quale rappresentazione di perversioni in cui un’altra nonnina non evita ben altri strap.

Con diversa fortuna, mi sono imbattuto qualche tempo fa in questa #paroladasalvare in una bella poesia di Paolo Maccari:  «La stanza\\ è tutta perlustrata dalla luce.\ A un tratto, con assoluto nitore,\ la donna, rivestita, si vergogna» (Fermate, p. 13): in un tempo sospeso la luce pervade ogni angolo della scena che si è disvelata, ma con estrema chiarezza sentiamo solo l’improvvisa vergogna di una donna che si è rivestita, un’ombra interiore l’attraversa saturando lo spazio, che riesce a restare illuminato, elegantemente, dal nitore della Poesia.