LA PAROLA

Palla

Il termine palla è stato riconosciuto come una delle affluenze longobarde entrate nel patrimonio del mondo linguistico italiano, ma su un vocabolario sperduto viene indicato che sarebbe un prestito greco classico!

Ma la palla cosa è per noi? È prima di tutto oggetto principale per mille giochi infantili, ed uno strumento per sport che sono diventanti discipline olimpioniche e per uno dei più diffusi al mondo: il calcio, ottimo esempio dell’efficacia culturale dell’imperialismo britannico.

Nel linguaggio quotidiano, la palla diviene una metafora relativa al testicolo, in particolare una allusione al disagio testicolare figurato che ci viene provocato dall’interazione con persone che non rispondono ai nostri stimoli come vorremmo, o da una situazione frustrante oltre misura; allora si dice che ci girano le palle, che i testicoli diventano degli attrezzi funambolici, o che quell’individuo difficile è una palla, ovvero un coglione.

La sfera era per antichi filosofi l’oggetto ideale, la forma geometrica perfetta ed una delle Idee principi nell’iperuranio, il simbolo della saggezza stessa; la sfera non è che la versione più nobile della palla, idealmente remota dal testicolo che invece è principe del gergo quotidiano.

La palla più grande di tutte è l’Universo: dopo che alcune idee più balzane, con cilindri cosmici o grosse frittate simil-pangea, erano passate di moda; già dall’epoca alessandrina le cosmologie di maggior successo avevano ormai dipinto con grande convinzione universi sferici, contenenti strutture concentriche che delimitavano l’orbita dei corpi celesti, con al centro la Terra; il mondo occidentale conservò questa idea fino a tempi recenti, e ci volle un’accesa discussione per reintrodurre e valutare positivamente l’idea, già suggerita da alcuni calcoli, che il Sole, la palla di fuoco, potesse essere al suo centro, e piano piano si arrivò a smontare i cieli delle stelle fisse; il mondo perfetto casa dell’uomo non può che essere una sfera, certo, ma nella realtà il pianeta Terra è proprio una palla un po’ tarchiata, non una sfera perfetta.

Oggi cosa è l’Universo? Prima si pensava fosse la Via Lattea, la nostra galassia; poi piano piano grazie ad Hubble si è capito che quelle altre macchie lattiginose in lontananza erano altre galassie; piano piano abbiamo capito che ce ne erano almeno una quarantina, ed oggi dopo qualche occhiata se ne vedono centinaia di migliaia, biancastre, giallastre, mollicce, schiacciate, allungate, siamesi, nane; nessuna sfera perfetta, nessuna palla perfetta, qualche pallina qua e là. Non credo si possa biasimarci perché preferiamo guardare gli schermi dei cellulari.

Eppure le stelle sono ancora simili a palle, forse, enormi palle di plasma; sono forse dei tondi imperfetti come un altro tipo di palle, che possiamo osservare se rimpiccioliamo l’obiettivo; eccola, la vedete? È una piccola palla strappata, sfilacciata ed un po’ sgonfia, che rotola sopra un cortile fangoso schizzando mota qua e là; ci corrono dietro dei cenciosi bambini meticci; in un futuro probabile, durante l’adolescenza o all’ingresso della prima maturità, qualcuno di questi pargoli potrebbe essere cooptato da uno straniero con occhiali a specchio, e portato a giocare sotto la supervisione di un coach, e allora saranno flash e farmaci e modelle e notiziari e platee in delirio, con gli spalti occupati anche da quelli che un tempo erano stati bambini cenciosi come lui; ma via, lui avrà lavorato sodo per arrivare fin lì, se lo sarà meritato no? Che palle che siete, voi piagnoni!

Anche se l’Universo ci appare come una massa amorfa, mostruosa e ameboide, che risponde alle nostre domande con angosciosi silenzi che ci suonano alle volte quasi ebeti, le nostre vicende sulla superficie di questa piccola palla continuano ad essere, per la maggior parte, davvero una gran palla.