«Noi diciamo “fame”, diciamo “stanchezza”, “paura”, e “dolore”, diciamo “inverno”, e sono altre cose. Sono parole libere, create e usate da uomini liberi che vivevano, godendo e soffrendo, nelle loro case. Se i Lager fossero durati più a lungo, un nuovo aspro linguaggio sarebbe nato…»
Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi 1963, p. 158
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Peina peina
Peina
Peinaaa
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Hoffffa hofffame hoffffame
Loroberesh
Vorseeehn bohhh
Kospiren acidum
Nausea nasuaa
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Freddooooooooooooooooooo
Flech flech!
Du kantor
Kantor
Kantor
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Roller suzammen
Nejr sham sheme
Ororos
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Stooofreddo
Stofffreddonascosstoo
Fradit gelido
Horror terra
Horror
Horror
Crampibrot brot brot
Horrorr
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Coro degli uomini liberi
Fame fame
Fame
Fame
Nel cielo di carta
Un grido
Moriva
Nascosto
Udivano altri
Senza vedere
Sguardi opachi
Si aggiravano immersi
Come acido
Filamentoso
Alcuni
Stendevano braccia
Per sempre contratte
Altri
Accartocciati
Nelle bocche spalancate
Senza desiderare vergogna
E’ fango indurito
La nostra terra
Gelido è l’esilio
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«… fuoco verrà giudicherà tutte le cose … e piomberà loro addosso divorandole».
Eraclito, fr. 66