IL PERSONAGGIO MEMORIE

Il piccolo burocrate della banalità del bene

I convogli dei bambini ebrei partivano da Praga per un lungo viaggio verso la salvezza. Il primo treno lasciò la stazione il 14 marzo del ’39, un giorno prima dell’invasione nazista della Boemia e della Slovacchia. In pochi mesi, sette altre spedizioni portarono a Londra centinaia di ragazzi, sottratti a morte certa nei lager di Hitler.

L’ultimo convoglio si mosse il 2 agosto del ’39, poi il falò del conflitto mondiale bruciò tutti i ponti. Un altro treno con 250 bambini a bordo doveva partire il 3 settembre, ma due giorni prima la Germania aveva invaso la Polonia, la guerra era dichiarata e le frontiere erano ormai chiuse.

Il grande regista di questa sconosciuta operazione di salvataggio era un anonimo cittadino britannico dalle lontane origini ebree: Nicholas Winton, 29 anni, di professione agente di cambio in trasferta a Praga. In nove frenetici mesi e insieme a pochi collaboratori, questo piccolo uomo organizzò la fuga di almeno 669 bambini, trovò i soldi necessari al viaggio, procurò i documenti che servivano, rintracciò in Inghilterra decine di famiglie disposte all’accoglienza. Scattò poi centinaia di fotografia, compilò pagine e pagine di raccomandazioni, pubblicò lettere ai giornali, scrisse accorati appelli ai governi, a cui nessun esecutivo naturalmente rispose.

In quei giorni a Praga, nella sua camera d’albergo in Piazza San Venceslao, l’agente di cambio Nicholas Winton affermò la burocrazia della vita contro la burocrazia dello sterminio. Davanti alla porta del suo piccolo ufficio si affollavano ogni giorno centinaia di famiglie.

«Per ogni bambino salvato mi rendevo conto che decine e decine erano invece condannati».

Ai rabbini di Praga che contestavano l’affidamento dei piccoli a famiglie cristiane, Norman rispondeva: «se preferite un ebreo morto a un bambino vivo, questo è un problema vostro, non mio». Se ognuno di noi ha dentro di sé un vangelo intimo e privato, quello di Nicholas Winton porta scolpito questo primo comandamento: «un bambino è solo un bambino».

L’impresa di questo sconosciuto traghettatore di anime e corpi è rimasta ignota per decenni. Tardi, molto più tardi, quando arrivarono elogi e riconoscimenti, il vecchio agente di cambio si schermiva: «ho vissuto molto a lungo, e quelli di Praga, in definitiva, sono stati solo nove mesi della mia vita…».

Se guardate il video che lo riprende quando solo tardivamente comprese che era circondato da chi era rimasto di quei ragazzi ed osservate il gesto con cui si asciugò una lacrima comprenderete che cosa si potrebbe essere per impedire che avvenga mai più.

Con Sir Nicholas Winton, morto serenamente alla veneranda età di 106 anni il 1 luglio 2015, noi celebriamo – e dio sa quanto ne abbiamo bisogno – la misteriosa banalità del bene.

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