LA PAROLA

Possibilità

Possibilità «è il fatto di esser possibile, la caratteristica di ciò che può esistere, realizzarsi, avvenire», scrive il vocabolario Treccani. Potrebbe sembrare alquanto insensato commentare una spiegazione tecnica così precisa, eppure è incredibile come una parola usata nel linguaggio di tutti i giorni possa avere così tanta potenza, così tanta forza distruttrice. Un expecto patronum quotidiano, direbbero i maghetti alla Harry Potter.

Possibilità è quella che ha Kylie Jenner, che ha il piccolo Leone Ferragni, quella che non ha la ragazza ventenne appena arrivata dal Montenegro che lavora per 40 euro a settimana, nella speranza di un futuro migliore per i figli, o quella che vorrebbe avere chi arriva in un paese straniero dove deve ricominciare da capo. Quella che spera di ritrovare un malato d’amore.

È qualcosa che ognuno possiede, anche prima di nascere, e che porta dentro durante tutta la vita, in attesa di usarla, come il bonus del Monopoli. Buona e cattiva insieme. Oppure è semplicemente una cosa meravigliosa che permette di mettersi in gioco, di scoprirsi, di lasciare lo status quo.

È gioia se c’è, disperazione se non c’è, rassegnazione quando non è mai passata, abitudine e disinteresse quando c’è sempre stata. Eppure, cercando bene, con determinazione, ognuno artefice convinto del proprio destino, aspettando con pazienza e fiducia, arriva. E questo è il miglior tipo di possibilità che si possa trovare.

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