DAILY LA PAROLA

Pre-

Molte parole che iniziano con pre– (non tutte, però) sono in debito con l’avverbio e la pre-posizione (anch’essa debitrice) prae che in quella lingua antica significava avanti. Il dittongo in italiano è scomparso e le due vocali ae si sono ridotte a una sola e, ma la particella pre- è rimasta “avanti” alle altre parole con cui si è fusa per esprimere l’anteriorità temporale o spaziale da noi indicata con prima e in qualche caso un senso di superiorità o eccellenza, tanto da poter dare valore di superlativo all’aggettivo cui è premesso. Quest’ultimo impiego lo si ritrova per esempio, come suggerisce il vocabolario Treccani, nel verbo prevalere o nelle parole predominio, prepotenza, prediletto, o, nel caso appunto del valore superlativo in preclaro.

Già le parole predominio e prepotenza (ma anche prediletto quando non lo si è) mettono in guardia sull’uso che si fa delle parole che iniziano con pre-.

Ma è ai verbi e ai sostantivi dove il pre– iniziale esprime un rapporto di anteriorità temporale che richiamiamo l’attenzione del lettore perché ne faccia un uso oculato. Le pre-visioni, per esempio, sono notoriamente inaffidabili e non ci si riferisce solo a quelle atmosferiche o meteorologiche, ma soprattutto a quelle politico-sociali che tentano di descrivere o pre-annunciare il mondo come sarà se si attuerà quello che pre-dica un’ideologia o a quelle comportamentali basate sulle promesse che ignorano cosa riservano i mutamenti delle persone nel tempo.

Pre-dire il futuro, peraltro, non è solo probabilisticamente impossibile, ma probabilmente anche disagevole: ci son cose che, si sa, è meglio non sapere, se non altro quando sono tanto funeste quanto pre-destinate e sottratte all’arbitrio umano.

Passi per la pre-istoria o il pre-raffaellitico, per il pre-bellico o il pre-natale, per le Pre-alpi in geografia o il pre-addome in anatomia, ma è quando si arriva al pre-giudizio e al pre-concetto che è bene stare alla larga.

E anche nel caso della pre-occupazione, densa di ansia e timore, meglio far a meno del pre– e affidarsi all’occupazione: sì, è vero, può ricordare la presenza di truppe nemiche sul proprio suolo, ma significa anche lavoro per tutti e cura delle persone care. Dicono che a occuparsi di… non c’è poi da pre-occuparsi. Non è una predica, neanche un pregiudizio, neppure una prescrizione. Prego.