DIALOGARE IN PACE VISIONI VOI VISTI DA NOI

Quando la vita ti dà uno stop è ora di smettere di fumare

Con questo articolo, nato come post su Facebook scritto di getto, comincia la collaborazione con TESSERE di Claudia Corazza, per tanti anni poligrafica all’Unità di Bologna, la più veloce dimafonista del giornale, che forse ha affinato la sua già buona scrittura ribattendo i pezzi dettati al telefono da bravi giornalisti e grandi firme.

Ecco, nella mia vita precedente, adesso mi sarei seduta e, senza pensarci, ma solo perché il momento lo richiedeva, avrei acceso una sigaretta. Erano sempre lì, sul tavolo, sulla scrivania o in una tasca. Mai nella borsa, lì ci stavano le stecche spacchettate, fruibili solo alla fine del pacchetto a portata di mano.

Sì, il momento era quello buono, come questo. Sempre. Dopo il caffè o a fine pranzo. In bagno o davanti alla tv. Al computer. Quando dovevo scrivere (e scrivevo molto meno!). Quando pensavo o quando mi arrabbiavo. Quando mi divertivo. Mentre giocavo a carte o a qualche gioco di società. Mentre preparavo la cena magari bevendomi un prosecchino. O dopo il classico bicchiere che non metti tutto nel risotto. Dopo e mentre.

Sì, io fumavo dopo e mentre. Non so se vale per tutti i fumatori, ma io non ero una fumatrice del prima. Io fumavo sempre mentre o dopo. Quindi sempre, perché è difficile che ci sia un prima senza un mentre e senza un dopo. E nella quotidianità io riempivo tutti i mentre e tutti i dopo. Sì, mi piaceva (credo mi piacerebbe ancora tanto) fumare. La trovavo una delle cose più rilassanti in assoluto. Quante sigarette mi hanno “ricacciato le lacrime negli occhi” e ridotto il magone! Sì perché se ci credi l’effetto è quello. E io ci ho sempre creduto. Anzi, ci credo ancora.

Ma adesso è iniziata la vita 2.0. Sono un’ex fumatrice, si dice. Anche se non mi piace essere ex. Non sono “un’attuale non fumatrice” rompicoglioni, di quelle che criticano chi ancora inspira nicotina. Perché non potrei mai; perché, dopo aver fumato “a stecche” come me, sarebbe veramente ridicolo criticare gli altri che sicuramente fumano meno di quanto l’abbia fatto io. Perché alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole se non lede la tua libertà. Perché fumare è bello. Non è un vizio, credo sia sbagliato dire che è un vizio. È bello e basta, piace e dà soddisfazione.

Ma può essere bella anche una vita senza sigaretta. Io non avevo quasi mai deciso di smettere di fumare, tranne una volta che ripresi quasi subito, in vacanza in Sicilia. Troppo bello fumare davanti al mare e ad un tramonto. E una seconda volta, poi mio marito mi disse «ti prego, torna a fumare che non ti reggo più». Ecco, non aspettavo altro (mi ero già fumata anche tutta la collezione di pacchetti di sigarette straniere accuratamente ricercata e selezionata nei miei viaggi!). Ma non avevo smesso, avevo solo interrotto temporaneamente quello che reputavo un piacere.

Poi anno nuovo vita nuova. Dopo cinque giorni di terapia intensiva come puoi riprendere a fumare? Dopo che ti minacciano dicendo che ci potrebbe essere una seconda volta? Sarebbe da coglioni. Ecco, questo mi ha fatto smettere. Perché io non mi sono mai spaventata per quanto successo, ho accantonato quei giorni nell’armadio delle esperienze e degli avvertimenti positivi. Tutta la situazione mi ha cambiato la vita positivamente (potrei anche dire che nell’elenco c’è anche l’aver smesso di fumare). Diciamo, quindi, che non sono cogliona. O almeno credo. Era arrivato il momento per farlo. Senza fatica, almeno finora.

Se non fosse che ricordo perfettamente l’ora e il giorno in cui mi è venuto l’infarto, non saprei dirvi quando ho smesso di fumare. E così, adesso che sarebbe il momento giusto per accendere una seconda sigaretta, da quando ho iniziato a scrivere, mi limito a sorridere e a deglutire per mandare giù quel magone che mi sta tornando. Perché si, una cosa la devo ammettere. Il fumo tiene a bada l’emotività. Adesso dreno di sensazioni ed emozioni come non mai. Ma mi piace essere così, chissenefrega. Ho tutte le scuse del mondo: ho avuto un infarto e ho smesso di fumare. In questi mesi, non le ho mai cercate, le sigarette. Non ho mai evitato persone che stavano fumando. Mi fa quasi strano scriverlo, che non fumo più, dopo 36 anni. Ho iniziato a fumare a 18 anni in gita scolastica. Sappiate che si può. Non si deve, ma si può. Si vive lo stesso. Le lacrime si impara a ricacciarle indietro o a lasciarle andare. Il piacere della sigarette lo si può trovare in altro. Così, era tanto per dire.