DAILY LA PAROLA

Realismo

Corrente artistico-letteraria e filosofica o un modo "concreto" di affrontare le cose? Stare con i piedi per terra è duro, ma realisticamente inevitabile

È una corposa parola realismo nell’Enciclopedia Treccani. Viene trattata essenzialmente sotto due profili: quello letterario-artistico – indicando le “scuole” che nel corso dei secoli hanno definito se stesse con quel termine – e quello filosofico, anche qui affondando in tempi assai lontani l’uso che originariamente se ne è fatto per affermare l’importanza di attribuire ai concetti universali una realtà oggettiva, fino all’impiego in quella moderna dove indica le dottrine per le quali l’oggetto della conoscenza è esistente in sé, indipendentemente dall’attività conoscitiva. In altre parole la mela esiste anche se nessuno la descrive come frutto o ne assaggia il sapore.

Più modestamente il Vocabolario Treccani sintetizza nel secondo significato l’uso comune che si fa di questo termine: «Atteggiamento e comportamento improntato a una obiettiva considerazione delle condizioni e delle situazioni reali, concrete».

Salutare predisposizione quella del realista, il quale, è ovvio, non se la canta e non se la suona. Non può farlo. Prende atto. Dice il Vocabolarioche il termine si contrappone «a idealismo, soggettivismo, utopia e anche a ottimismo». Con ciò affermando che chi sta con i piedi per terra, osserva senza farsi condizionare e dice le cose come stanno, non può che essere incline al pessimismo, senza nascondersi il lato duro di quanto gli sta di fronte: «è una situazione difficile, che va affrontata con realismo, con coraggioso realismo», specifica il Vocabolario, aggiungendo: «valuta i fatti con realismo, senza speranze eccessive e illusioni pericolose».

Non è un automatico invito all’abbandono, alla resa, all’inattività. Solo un consiglio: metticela tutta. E non lagnarti se dovesse poi andar male, se dovessi poi sbattere la faccia contro la dura realtà.

 

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