LA PAROLA

Ritardo

Il ritardo è quello con cui, rispetto agli altri giorni, stiamo pubblicando questa voce della rubrica quotidiana La parola di TESSERE, ritardo motivato dal fatto che questa rivista è fatta dalla buona volontà dei soci che collaborano e che tutti hanno i loro impegni per cui, talvolta speriamo il meno possibile, può capitare di «essere a corto di parole» o come spesso erroneamente si dice fra lo stupito e l’indignato «sono senza parole!».

Ma non è di parole, di cui abbiamo già scritto, che dobbiamo qui occuparci, ma di Ritardo che, spiega il vocabolario Treccani, consiste nel «fatto di ritardare o di avere ritardato», verbo da cui deriva ed il quale, anche nella forma tardare , sta ad indicare lo spostare qualcosa oltre un tempo stabilito in precedenza: si ritarda ad andare in ufficio, giungendo mezz’ora dopo l’appuntamento, lo fanno i treni, la posta, gli stessi orologi deputati a misurare il tempo, quando 5 minuti li contano come se fossero solo 3 o 7 ore come fossero 6 e mezzo.

Ma quel verbo, in forma transitiva, allude anche al «rendere più lento, rallentare»: come nel caso del moto, di una marcia, del cammino, diminuendo la velocità; e così nella musica dove di può rallentare una nota, un passaggio, o il tempo di una esecuzione. Lo si usa anche in chimica, riferendosi ad un processo o ad una reazione.

Ci sono cause, come il traffico, la folla, la nebbia, che possono appunto ritardare o far fare ritardo, ed anche scopi per i quali val la pena ritardare: dalla consegna di un lavoro, per esser sicuri di averlo «ben fatto» come insegna Primo Levi, alla partenza per aspettare un amico o il pranzo per terminare una riunione. Ci son farmaci appositamente preparati perché rilascino più avanti nel tempo i loro effetti e insegnava Epicuro che ritardare un piacere spesso è il modo migliore per gustarlo pienamente.

Tuttavia il ritardo non è solitamente una bella cosa e spesso la dice lunga su chi lo pratica, soprattutto in maniera regolare, con ostinazione e disinteressa per il Godot di turno, nel cui caso non c’è ritardo, ma assenza : si pensi a cos’è il ritardo della guarigione o quando il treno è già partito e ci si è lasciati sfuggire l’occasione.

Il ritardo di un pagamento può mettere in gran difficoltà il creditore e non presentarsi per tempo alle nozze è fonte di guai seri, dei quali, nel bene e nel male, si dev’essere responsabili. Prendere in ritardo un farmaco dicono i medici sia una grande sciocchezza.

Il ritardo del gioco nello sport è un volontario rallentamento operato dai giocatori per avvantaggiare la propria squadra e nella pallavolo è considerato fallo, con tanto di penalizzazione per la squadra che lo esercita.

Questa parola ha usi specifici nella scienza e nella tecnica, in elettronica, nell’ottica, nella geografia fisica, come s’è detto in musica, in storia dell’arte e nell’archeologia quando accompagnato dall’aggettivo “provinciale” a cui la Treccani rimanda. Ed altrettanto in psicologia dove il ritardo mentale è una brutta bestia.

Ahinoi c’è un uso della parola ritardo anche riferendosi ad un bombardamento aereo, quand’esso avviene in quota, ma con effetti più devastanti di quelli che sarebbero prodotti al suolo. Vien da credere che chi lo provoca abbia avuto un «ritardo scolastico», vale a dire si sia trovato «a frequentare una classe per la quale il normale corso degli studi prevede un’età inferiore a quella dallo stesso posseduta», ma più che altro che egli davvero abbia un ritardo mentale. Per essi che l’ultim’ora non giunga in ritardo, ma anzi, in anticipo.

E se potete scusate il ritardo della pubblicazione di questo brano.

 

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