DAILY LA PAROLA

Roccolo

Sofisticata postazione di caccia con un sistema di reti, utilizzato per catturare avifauna viva. Ecco il roccolo

Il roccolo era una tipica postazione di caccia con reti verticali messe a semicerchio, che venivano nascoste sotto un pergolato di fronde. L’uso di circondare un terreno con le reti (dette ragne) per catturare la selvaggina di piccola taglia era comunissimo, già al tempo dei romani e si sviluppò ancor più in età medievale.

Veniva impiantato principalmente nelle zone collinari e di montagna, all’imboccatura o all’estremità di una valle, preferibilmente su un declivio a pendenza non molto accentuata. Il nome deriva forse dal casello che, come una piccola rocca, sovrasta l’impianto a forma di semicerchio. Il roccolo doveva indurre gli uccelli alla sosta durante il passo autunnale, facendoli fermare su un terreno piantato a frutteto, con cespugli carichi di bacche e circondato da un pergolato dentro il quale veniva posta la rete. Gabbie con uccelli di richiamo venivano appese in luoghi nascosti, dentro e fuori il tondo.

L’uccellatore, per impaurire gli uccelli, azionava da un casotto, mimetizzato dalla vegetazione e posto all’estremità più alta del roccolo, uno spauracchio che, collocato in alto sopra gli alberi, simulava il volo del falco, obbligando gli uccelli a scappare verso il basso e facendoli insaccare nelle reti. Lo spauracchio, che dava ai volatili posati sugli alberi l’impressione di essere improvvisamente aggrediti da un rapace, doveva essere lanciato in modo che cadesse verticalmente sopra di loro.