DAILY LA PAROLA

Rosario

Il rosario, da preghiera e strumento per la preghiera, a simbolo "politico" nelle mani del ministro dell'Interno

Sostantivo maschile, rosario deriva dal latino rosarium, rosaio. Nel XIII secolo, in pieno Medioevo, il termine assunse un significato mistico legato alle preghiere dedicate alla Madonna, poiché le ​orazioni per la Vergine formano come una corona di rose. L’istituzione del rosario è attribuita a san Domenico, ma probabilmente era già praticato dal popolo​. Consiste nella recita di 150 Ave Maria, divise in decine, alternate dalla recita del Padre​ ​Nostro e del Gloria. A ogni decina si medita uno dei 15 Misteri. “Recitare il rosario”, quindi è l’espressione che indica la preghiera, così come “recarsi in chiesa per il rosario” sta a significare la partecipazione a questo rito.

La parola definisce anche l’oggetto con cui si accompagna la preghiera, una catenina fatta con diversi materiali, dai metalli preziosi al​ legno, alla​ plastica, composta da 50 grani più piccol​i ​e cinque più grandi. Si fa scorrere tra le dita per contare la serie delle dieci Ave Marie, mentre i​ grani più​ grandi servono a ricordare la recita del Padre Nostro e del Gloria. Oggetti simili si ritrovano anche in altri culti, come il komboloi greco, che anche in questo caso ha la funzione di accompagnare la preghiera.

La caratteristica di azioni in successione ha dato un significato figurato al termine: un rosario, quindi, può essere una sequenza, una sfilza, una serie di azioni. Infine, in gergo medico, definisce nodosità multiple, disposte in sequenza, lungo un organo tubolare oppure su più organi omologhi. Il rosario costale, ad esempio, è formato da una serie di nodosità sovrapposte sul torace di un bambino, in corrispondenza del punto di unione tra l’osso e la cartilagine ed è sintomo del rachitismo.

​Il rosario come oggetto è tornato prepotentemente alla ribalta nelle scorse settimane, stretto tra le mani del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che in occasione del comizio di Milano del 18 maggio​, ​ha invocato i sei patroni d’Europa e baciato il rosario, affidando l’Italia alla Vergine Maria. E se immediata è stata la replica del mondo cattolico che non ha apprezzato il gesto perché «Dio è di tutti, è pericoloso invocarlo per se stessi», come ha ricordato il cardinale
segretario di stato Pietro Parolin, altrettanto immediato è stato il segnale del ministro, che in più occasioni, non ultima la conferenza stampa indetta dopo i risultati delle elezioni europee, ha continuato a brandire il rosario. E chissà se con il suo reiterato uso dell’oggetto abbia dato inizio anche lui a una sequenza, proprio come il termine sottintende, di azioni irrispettose nei confronti di una parte importante della società italiana.